Maltrattamenti negli allevamenti, condannato il fornitore di Aia

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A due anni di distanza dalla denuncia di Essere Animali, è stato emesso un decreto penale di condanna per 3.000 euro di multa nei confronti del titolare di diversi allevamenti di polli da carne collegati al marchio Aia

È stato condannato il titolare dell’allevamento che nel 2020 fu oggetto di un’investigazione dell’associazione Essere Animali. Fornitrice del marchio Aia, l’allevamento di polli da carne mostrò al suo interno diverse irregolarità. L’investigatore sotto copertura documentò difatti diverse illegalità all’interno degli allevamenti, tra cui: episodi di violenza gratuita contro i pulcini appena arrivati dall’incubatoio, gettati a terra con violenza da un’altezza di oltre un metro; la soppressione di animali feriti e/o malati effettuata causando loro sofferenze acute e prolungate evitabili — e quindi in violazione delle prescrizioni di legge; l’abbandono di animali feriti, che invece di essere curati vengono gettati ancora vivi insieme ai cadaveri o soppressi dopo ore di sofferenza; incuria e sporcizia generalizzate, in condizioni al di sotto degli standard minimi di benessere animale.

Dopo queste scene, Essere Animali decise di denunciare il tutto alla Procura della Repubblica di Cuneo che in questi giorni ha emesso un decreto penale di condanna per 3.000 euro di multa nei confronti del titolare dell’allevamento. Il titolare è stato ritenuto responsabile delle violenze per omesso controllo — vale a dire non ha impedito che i suoi collaboratori commettessero gli illeciti, pur essendo egli tenuto per legge ad assicurare il benessere degli animali — ed è stato quindi condannato per il reato di maltrattamento di animali (544 ter c.p.), commesso in via continuata e aggravato dalla morte degli animali, come documentato dal nostro investigatore. Gli operatori accusati delle violenze sugli animali invece non sono stati individuati.

I numeri degli allevamenti

Solo nel 2021, in Italia, sono stati macellati oltre 533 milioni di polli da carne destinati al consumo umano. Secondo gli ultimi dati a disposizione, i polli allevati in modo biologico sono circa 2 milioni, pari a solo il 3% del totale, il restante 97% vive in allevamenti intensivi simili a quello documentati da Essere Animali. Qui vivono animali selezionati geneticamente per crescere il più velocemente possibile a discapito del loro benessere. La selezione genetica li rende soggetti a un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici, respiratori e cardiovascolari. Come mostrano le immagini dell’investigazione dell’organizzazione, alcuni polli non riescono nemmeno a reggersi sulle zampe e si riversano a terra.

Ogni giorno negli allevamenti intensivi di polli da carne, centinaia di animali non sopravvivono alle conseguenze della selezione genetica e alle condizioni di allevamento industriale, come ad esempio una densità troppo elevata. Altre problematiche relative agli allevamenti intensivi di polli includono l’assenza di arricchimenti ambientali, l’uso eccessivo di antibiotici e la diffusione di virus potenzialmente pericolosi anche per l’essere umano.

Il lavoro di indagine dimostra l’importanza delle investigazioni per documentare e gettare luce su ciò che avviene negli allevamenti intensivi, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire il rispetto della legalità e promuovere l’adozione di criteri più elevati di benessere animale da parte dell’industria.

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