Telefonia fissa, quando si devono pagare i costi di migrazione

costi di migrazione

La lettera che ci ha inviato il nostro lettore, in cui ci chiede se siano o meno dovuti i costi di migrazione quando si passa ad un altro operatore, ci fornisce l’occasione di fare chiarezza sull’argomento

Caro Salvagente,

vorrei chiedere se sono costretto a pagare i costi di migrazione di telefonia fissa con Adsl. Rammento che quando mi è stata fatta la proposta di abbonamento per via telefonica, l’operatore non ha menzionato mai tali costi di migrazione se – appunto – fossi passato ad altro operatore.

Grazie

Nicola

Gentile lettore, abbiamo inoltrato la sua domanda alla nostra consulente, Valentina Masciari, legale di Konsumer Italia.

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Confermo che questi costi di migrazione vanno pagati.
Non si tratta di penali, cioè un costo per recesso anticipato, tant’è che  va pagato anche dopo aver superato il vincolo contrattuale,  ma di costi tecnici-amministrativi che si sostengono in caso di portabilità della numerazione telefonica, o  di disattivazione della linea telefonica. Quindi, concretamente, per chiudere un contratto bisogna sempre pagare qualcosa…
L’importo di questi costi, viene fissato dal singolo operatore e variano a seconda  che si scelga la portabilità della numerazione o la cessazione della stessa e in base alla tipologia del contratto, cioè si pagheranno importi diversi, a seconda che venga cessato un contratto con tecnologia ADSL o con tecnologia Fibra.
L’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’Agcom, ha il compito, invece, di valutarne la congruenza. Infine, tali costi, devono essere adeguatamente resi noti anche sul sito del gestore, così che il consumatore possa prenderne visione e quindi scegliere consapevolmente.
Sono pressoché certa che durante la stipula del contratto, il sig. Nicola non sia stato informato dell’esistenza di questi costi, perché è prassi degli operatori non indicare mai cosa comporta la chiusura di un contratto.
All’atto pratico, però, non è possibile contestarli, sono dovuti. Quella che continua a mancare – come dimostra anche il caso del signor Nicola – è sempre la trasparenza nella proposizione commerciale e nella stipula dei contratti.