Caporalato, prostituzione e sfruttamento, i numeri sulle vittime della tratta in Italia e nel mondo

tratta

La guerra in Ucraina sta aggravando il fenomeno della tratta di esseri umani. In Italia pesano l’immigrazione irregolare e lo sfruttamento di migranti nella raccolta dei pomodori. Centinaia di braccianti sono ricercati perché scomparsi nel nulla, mentre le mafie alimentano le schiavitù moderne.

 

Il 30 luglio è la data della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Dal 2013, questa ricorrenza è indetta dall’Assemblea Generale Onu, con lo scopo di sensibilizzare la comunità internazionale sulla situazione delle vittime e promuovere la difesa dei loro diritti.

Quest’anno, alla lunga e drammatica fila di casi segnalati da tutto il mondo, si aggiunge quella delle donne e bambini dell’Ucraina, sulla cui scomparsa le autorità internazionali stanno ancora indagando.

 

Il rapporto Usa: “La Russia sta deportando donne e bambini”

L’ultimo allarme è stato lanciato alcuni giorni fa dal Rapporto annuale sulla tratta di esseri umani del Dipartimento di Stato Usa. Gli ucraini in fuga dalla guerra rischiano di diventare vittime di tratta di esseri umani, perché, osservano gli analisti, “il 90% dei rifugiati sono donne e bambini”. “Il rapporto di quest’anno è stato pubblicato nel mezzo di una crisi umanitaria senza precedenti – ha affermato il segretario di Stato americano Anthony Blinken – L’insensata invasione russa dell’Ucraina e i suoi devastanti attacchi in tutto il Paese hanno causato dolore e sofferenza incredibili e hanno costretto milioni di cittadini ucraini a fuggire per mettersi al sicuro. Siamo profondamente preoccupati per i rischi di tratta di esseri umani che potrebbero dover affrontare sia gli sfollati all’interno del Paese, che quelli che fuggono dall’Ucraina, di cui circa il 90% sono donne e bambini”.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Dall’inizio del conflitto a oggi sarebbero state oltre 4 milioni le persone costretta a lasciare l’Ucraina e quasi 6,5 milioni quelle in fuga all’interno dei confini nazionali. Un quarto della popolazione ucraina. Il Rapport parla chiaro: “Il 90% sono donne e bambini e più della metà dei bambini ucraini – 4,3 milioni su 7 milioni – sono sfollati. Questi rifugiati e sfollati sono particolarmente vulnerabili alla tratta di esseri umani. E anche per coloro che non sono sfollati, la guerra aumenta la vulnerabilità delle persone alla tratta”.

I funzionari del governo ucraino denunciano che le forze russe hanno trasferito migliaia di ucraini in Russia, di cui alcuni in aree remote, dove si concentrano povertà e disagio. Secondo la stampa, molti di questi ucraini sono stati trasferiti con la forza. Il rapporto evidenzia gli sforzi dei Paesi europei volti a proteggere i rifugiati ucraini da potenziali trafficanti di esseri umani.

 

Sfruttamento al lavoro e traffico sessuale. Le schiavitù moderne

Sul nuovo numero del 26 luglio scorso dello speciale Afriche, del quotidiano Domani, si parla di 25 milioni di vittime, un terzo delle quali bambini. “Le statistiche attorno al traffico degli esseri umani – fa notare Luca Attanasio – sono quanto mai aleatorie, è un fenomeno che si allarga e restringe a seconda delle aree, che vive nel sommerso e che gode di una profonda refrattarietà all’emersione anche da parte delle stesse vittime, terrorizzate per la propria vita e quella dei propri cari”.

Le schiavitù moderne sono alimentate dal traffico di lavoro forzato (compravendita di esseri umani a scopo lavorativo), traffico di migranti, sfruttamento del lavoro (domestico, agricolo, alberghiero, minerario e/o manifatturiero etc), traffico sessuale (donne e adolescenti costrette a prostituirsi per soddisfare i clienti del turismo sessuale), il traffico di bambini (venduti o forzati al matrimonio), l’utilizzo di minori nei conflitti (bambini soldato, usati come scudi umani, suicide bombers, schiavi/e sessuali delle truppe etc), lo sfruttamento di bambini per l’accattonaggio, il traffico di organi e di feti.

Quando compriamo un vestito a basso prezzo, qualcuno lo sta “pagando” per noi

Secondo il rapporto Unicef 2020 già prima della pandemia, della guerra e dell’aggravarsi del cambiamento climatico, 1 bambino su 10 nel mondo è impiegato in un lavoro di sfruttamento. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) stima, inoltre, che il traffico di persone valga più di 150 miliardi di dollari l’anno, un giro d’affari impressionante alimentato per un terzo dallo sfruttamento del lavoro.

Milioni di donne e bambini nel mondo asiatico, africano e sudamericano producono capi di abbigliamento o apparecchi per la tecnologia da immettere nel mercato a basso costo, soprattutto occidentale. Quando acquistiamo prodotti a prezzi troppo contenuti, dobbiamo considerare che probabilmente qualcuno sta pagando lo “sconto” al posto nostro, con la forza lavoro sfruttata, senza le minime tutele e senza diritti.

 

Il fenomeno della tratta di esseri umani si sta combattendo solo da pochi anni

Il Protocollo per prevenire, sopprimere e punire la tratta di persone, specialmente donne e bambini, è entrato in vigore da poco, pensate nel 2003, con la Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato.

Solo nel 2010 l’Assemblea Generale Onu ha adottato il Piano d’azione globale per combattere la tratta di persone. Il Piano considera la lotta alla tratta elemento imprescindibile per promuovere lo sviluppo e rafforzare la sicurezza globale. Il Piano ha anche sancito l’istituzione del Fondo volontario di fiducia delle Nazioni Unite per le vittime di tratta, soprattutto donne e bambini, attraverso un’azione coordinata con associazioni e ong specializzate.

Nell’ultimo decennio, l’UNICRI (Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia) ha condotto vari progetti di ricerca applicata e di assistenza tecnica nel campo della lotta alla tratta di persone e allo sfruttamento dei minori. L’Istituto ha attuato diversi programmi in Repubblica Ceca, Costa Rica, Germania, Italia, Nigeria, Polonia, Tailandia, Filippine e Ucraina. Pochi sforzi sono stati compiuti per garantire protezione alle potenziali vittime di tratta e ai minori non accompagnati o separati.

 

Tra le cause, anche il cambiamento climatico

La tratta di esseri trova una sua collocazione anche all’interno dei fenomeni migratori dovuti a guerre, siccità, esplosione demografica, cambiamento climatico.

L’Ambasciatore italiano Alessandro Azzoni, presidente del Consiglio Permanente dell’Osce e Rappresentante Permanente dell’Italia presso l’Organizzazione, ha sottolineato la centralità della lotta alla tratta di bambini e la necessità di impegnarsi per eliminare quella che definisce come un’inaccettabile violazione dei diritti umani.

 

La tratta di esseri umani in Italia e l’immigrazione irregolare

In Italia, l’ultimo aggiornamento del Ministero dell’Interno risale al 2021, e rileva un calo del 21,4% delle denunce relative alla riduzione in schiavitù. Preoccupa, invece, l’aumento dei reati di soggiorno illegale, alimentato dai trafficanti di migranti, che in cambio di soldi, stipano migliaia di persone in imbarcazioni che a volte non raggiungono le nostre coste, naufragando. Uno dei più gravi naufragi del Mediterraneo avvenne al largo di Lampedusa l’11 ottobre 2013, uccidendo 368 persone ammassate in spazi angusti e trasportate da trafficanti senza scrupoli.

La direzione centrale della Polizia Criminale del dipartimento della Pubblica Sicurezza ha realizzato un focus sul fenomeno della tratta degli esseri umani sul territorio nazionale italiano.

Sono 254 i reati complessivi riferibili al fenomeno della tratta di esseri umani nel 2020 che, come precisato nel report del Servizio, comprende lo smuggling, ovvero l’introduzione illegale di migranti nel territorio di uno Stato e il trafficking, ossia lo sfruttamento sessuale o economico in condizioni analoghe alla schiavitù.

Continuano a prevalere le segnalazioni per la riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (117, in diminuzione del 5,6% rispetto all’anno precedente) e per la tratta di persone (88, in calo del 34,8%) rispetto a quelle di acquisto e alienazione di schiavi (49, con una flessione del 23,4%).

Le vittime del 2020 in Italia sono state in totale 34, con una diminuzione del 60% rispetto a quelle rilevate nel precedente anno. A prevalere sono quelle di nazionalità italiana e nigeriana.

L’analisi del Servizio si sofferma anche sulle principali etnie coinvolte nella tratta di esseri umani, evidenziando tra le nazionalità più attive nel trafficking, i nigeriani, seguiti dai romeni, dagli italiani e dagli albanesi e che, in linea generale, le vittime di tratta sono della stessa nazionalità dei propri aguzzini con i quali condividono i legami etnico culturali.

Stando a quanto si legge nel documento, ai responsabili di nazionalità nigeriana sono imputabili 144 segnalazioni (in diminuzione rispetto alle 214 dell’anno 2019), cui seguono le 37 dei rumeni (a fronte di 33 dell’anno precedente) e le 32 degli italiani (rispetto alle 39 del 2019).

Il focus prende anche in esame, a livello nazionale, alcune fattispecie delittuose che rappresentano possibili indicatori dell’esistenza di situazioni riconducibili alla tratta di esseri umani. In questa direzione, a fronte di una generale diminuzione della delittuosità, preoccupano l’aumento dei reati di soggiorno illegale nel territorio italiano (+32,6% rispetto al 2019), con 32.601 casi rispetto alle 24.589 segnalazioni del 2019 e l’aumento dei reati relativi alla detenzione di materiale pornografico e pornografia virtuale (+50,3% nel complesso, con 639 in confronto alle 425 del 2019) che, secondo gli esperti del Servizio, è una diretta conseguenza dei diversi lockdown.

 

Il caporalato in Puglia e i migranti braccianti fatti sparire per sempre

Intanto, nel foggiano, i migranti irregolari, senza contratto, continuano a morire sui campi di pomodoro, alimentano il caporalato e le mafie locali. A volte svaniscono nel nulla, come lupare bianche. Trasmissioni come Chi l’ha Visto? in onda su Rai3 da anni si occupano di questi braccianti costretti a lavorare la terra e scomparsi nel nulla da molti anni. Ci sono tanti nomi e parenti dall’Est Europa che attendono da decenni di poter piangerli su una tomba.