Le Linee guida del governo attese da marzo non hanno sciolto i dubbi sulla necessità di dotare le aule di sistemi di ventilazione per fermare il contagio da Covid-19: non solo non escludono la necessitò in contemporanea delle mascherine ma lasciano l’onere della decisione ai presidi. Il nostro speciale in edicola
Il prossimo sarà, molto probabilmente, il terzo anno scolastico di fila con la pandemia ma senza sistemi di aerazione e ventilazione. Fino a qualche settimana fa potevamo sperare che le Linee guida del governo in materia dessero (finalmente) il via libera all’installazione di questi sistemi nelle scuole ma, adesso che il documento – stilato dal Centro nazionale sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore, dal Dipartimento malattie infettive e dll Dipartimento ambiente e Salute dell’Istituto superiore di sanità – c’è i dubbi restano.
Le linee guida, infatti, non danno per certa che la sola installazione di questi sistemi sia sufficiente a fermare il contagio nelle aule scolastiche: in più punti del documento si chiarisce che i dispositivi di areazione non sostituiscono gli strumenti standard di sicurezza (mascherine e distanziamento).
Una previsione che non è certo piaciuta al ministero dell’Istruzione che rischierebbe di trovarsi ad affrontare una spesa importante senza risolvere il problema. Come scrive Lorenzo Misuraca sulle pagine del Salvagente che trovate in edicola e on line qui, “la stima per dotarne tutte le classi è di 500 milioni di euro. Si consideri che ne sono stati spesi 400 milioni per sostituire le Lim con i tv touch screen. Per non citare i banchi a rotelle”.
Il secondo punto riguarda l’impegno dei dirigenti: il monitoraggio e la scelta del dispositivo più indicato infatti viene delegato ai presidi, cosa che costituirebbe per loro un ulteriore aggravio delle mansioni, quindi il ministero chiede di “individuare delle figure nell’ambito sanitario che possano supportarli”. Un impegno che non è detto che i presidi accettino di assumere.
I sistemi di ventilazione funzionano contro il Covid-19?
Al di là delle previsioni normative, c’è da chiedersi se effettivamente la spesa vale l’impresa, ovvero se i sistemi di ventilazione sono davvero in grado di fermare il contagio da coronavirus. Una risposta arriva da una ricerca effettuata di recente dall’ospedale Sa Raffaele di Milano. L’istituto ha misurato la dispersione dei droplets emessi durante le procedure odontoiatriche, che restano a lungo sospesi nell’aria nella zona del campo operatorio. Le rilevazioni sono state effettuate prima e dopo l’accensione di un purificatore con filtro Hepa 14, posizionato a una distanza di 50 centimetri dalla poltrona, e hanno riguardato 80 procedure cliniche. Lo studio ha documentato la capacità dei macchinari di filtrare particelle ultrasottili (di diametro inferiore al coronavirus) e quindi di limitare sensibilmente la diffusione virale. L’aerosol anche di goccioline di saliva nell’aria è stato ridotto di oltre l’80% durante gli interventi di chirurgia orale. Riscontrata, inoltre, una importante riduzione della carica microbiologica compresa tra il 63% e il 67%. Per la ricerca, realizzata su incarico del professor Enrico Gherlone, primario del reparto e rettore dell’ateneo, sono stati utilizzati purificatori professionali Innoliving, che per ambienti chiusi domestici promettono di raggiungere il 99,995% di particelle presenti nell’aria.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente
Aerazione o ventilazione?
Sistemi di aerazione e ventilazione non sono la stessa cosa e uno non vale l’altro (soprattutto a scuola) come ha spiegato al Salvagente Massimiliano Lo Iacono, che oltre a essere un insegnante, è un ingegnere esperto di qualità dell’aria indoor (la sua intervista fa parte del servizio di copertina del numero di luglio del Salvagente dedicato proprio ai purificatori d’aria). Secondo l’ingegner Lo Iacono, piuttosto che in purificatori, però, sarebbe il caso di investire in sistemi di ventilazione meccanica controllata: “A parte che servono tanti purificatori per riuscire a ripulire l’aria in un’aula dove ci sono 20-30 bambini, dunque ci sarebbe un consumo elettrico pazzesco. In più, farebbero rumore e non risolverebbero un problema in particolare, che è quello dell’aria viziata. Perché è sempre la stessa che viene purificata e rimessa in ambiente. L’anidride carbonica aumenta”. Al contrario, con i sistemi di ventilazione controllata, “la macchina prende l’aria da fuori, utilizza il calore dell’aria interna per non farla entrare direttamente fredda d’inverno o calda d’estate, e la immette in ambiente dopo essere stata filtrata anche da eventuali inquinanti esterni come il particolato. Contemporaneamente, butta fuori quella interna”. Qualunque sia la scelta, la cosa peggiore che il nostro paese possa fare è continuare a rimandare.