Medicina nucleare: di cosa si occupa e quali esami prevede

MEDICINA NUCLEARE

Conosciamo meglio la medicina nucleare: dai campi di applicazione alle patologie di competenza fino agli esami diagnostici previsti

Ciò che caratterizza la medicina nucleare sono i farmaci, o meglio i radiofarmaci che utilizza. La loro particolarità è quella di essere composti da due parti: una radioattiva e una attiva farmacologicamente (quest’ultima visibile nel corpo grazie alla prima).

Si tratta di farmaci che vengono somministrati per via endovenosa, ossia per iniezione. Una volta iniettato, il farmaco si diffonde nel corpo e diventa visibile attraverso dei macchinari che utilizzano le radiazioni. La medicina nucleare è uno strumento fondamentale per individuare esattamente le zone in cui la malattia si è concentrata maggiormente.

Medicina nucleare, campi di applicazione

Immmaginate l’interno del nostro organismo e dei colori che lo illuminano all’improvviso in alcune parti che necessitano di essere esaminate con una maggiore specificità.

La medicina nucleare è come un fascio di luce che illumina, grazie alla reazione dei radiofarmaci/radiazioni, le zone del nostro corpo che richiedono di essere “viste” con più chiarezza.

Un’alleata fondamentale che viene utlizzata ad esempio in oncologia, ma anche nel caso di malattie ischemiche e malattie neurologiche. Pensiamo inoltre alle patologie legate al sistema cardiovascolare, endocrinologico, pneumologico, nefrologico, senza dimenticare l’ambito ortopedico e/o reumatologico.

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Medicina nucleare ed esami: rischi e caratteristiche

Le apparecchiature che vengono utilizzate nel campo della medicina nucleare sono Gamma Camere e PET/CT: il loro compito è quello di rilevare la radioattività e riportarla in immagini, la cui analisi rivelerà l’esito preciso per il paziente.

Per quanto il termine radiazioni porti con sè associazioni e link mentali non proprio positivi, sappiate che, nel caso della medicina nucleare, la quantità di radiazioni con cui si viene a contatto durante l’esame (Scintigrafie e PET/CT) è minima.

Un indicatore che può tranquillizzarvi è che il livello di radiazioni è irrilevante al punto da consentire il ricorso alla medicina nucleare anche nei bambini, in età pediatrica. Prima di procedere con l’esame infatti, non sono previste particolari restrizioni e prestazioni, in quanto la medicina nucleare non ha controindicazioni.

Vi sono però alcune condizioni che richiedono una attenzione maggiore, ossia il periodo della gravidanza e, a proseguire, il periodo dell’allattamento. Attenzione dunque, ma soprattutto fiducia per una qualità diagnostica elevata che migliora tempi e modalità di individuazione della malattia.

Pensiamo alla PET, particolarmente apprezzata per la precisione delle prestazioni e delle informazioni fornite sullo stato del paziente, o alla scintigrafia, in grado di evidenziare dei veri e propri tracciati radioattivi che aiutano a localizzare problemi a carico di parti del corpo come mammella, reni, ossa, tiroide, ma anche cuore, fegato e non solo). Un esame indispensabile nella ricerca dei tumori.

Lo strumento utilizzato per questo esame, oltre all’iniezione dei radiofarmaci, è un’apparecchiatura denominata Gamma-camera, che consente di rilevare il segnale che viene emesso dagli organi interessati. Le informazioni raccolte vengono poi inviate a un server che elabora una sorta di mappa dell’evidenza rappresentata.

Ma quanto dura la scintigrafia? La risposta a questa domanda può essere solo indicativa, in quanto le tempistiche variano a seconda della valutazione e della ricerca che si intendere eseguire. Ecco perché può variare dai quindici minuti fino a diverse ore.