L’agricoltura biodinamica è fuori dalla legge sul biologico italiano e la scienza è contraria al riconoscimento legale di questa pratica. Tuttavia sugli scaffali crescono le etichette di vino prodotto anche seguendo i cicli delle fasi lunari. Vediamo di cosa si tratta
La filiera del biologico continua a crescere in Italia, ma comincia a cedere sui consumi. L’incremento riguarda l’estensione di superfici investite e numero di operatori coinvolti nella produzione di cibo biologico. Lo rivela Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, attraverso la diffusione dei dati più recenti disponibili in un convegno al quale hanno partecipato anche Federbio, Aiab Assobio, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane, Anabio Cia, Confagricoltura e Copagri, alla presenza del sottosegretario alle Politiche Agricole Francesco Battistoni.
Il biologico in Italia
La superficie biologica italiana è aumentata del 4,4%, rileva il monitoraggio Sinab-Ismea, arrivando a sfiorare i 2,2 milioni di ettari a fine 2021.
Tuttavia, la vendita di alimenti biologici e l’agricoltura biologica risentono del calo dei consumi e del caro vita, spinto dalla forte inflazione. L’Unione europea corre ai ripari varando un pacchetto di iniziative nell’ambito del “Green Deal“. L’obiettivo è coprire il 25% della superficie europea da destinare a bio entro il 2030.
Che cos’è il vino biodinamico? Diverso da quello biologico
In questo promettente sistema produttivo si inserisce anche il vino biodinamico, differente dal vino biologico. Le bottiglie sono sempre più presenti nelle botteghe e cantine italiane, ma anche tra gli scaffali della grande distribuzione organizzata.
Mentre il vino biologico segue le norme dell’agricoltura biologica, quello biodinamico è ottenuto da agricoltura biodinamica. Si tratta di una nicchia di produzione vitivinicola e agricola che segue gli standard dettati dall’associazione Demeter.
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Non vogliamo qui aprire una discussione sul biodinamico (escluso dalla legge sul biologico approvata pochi mesi fa dal Parlamento e stigmatizzato dalla scienza) e al quale Il Salvagente ha dedicato un approfondimento.
L’agricoltura biodinamica non fa uso della chimica e riduce al minimo l’uso di macchinari. È una tipologia di coltivazione che segue anche il corso naturale della natura, compreso quello delle fasi lunari. Infatti, sulle mensole dei supermercati non è difficile trovare vini che seguono la “tradizione lunare” o le “fasi lunari”.
Secondo le antiche pratiche, il vino frizzante andrebbe imbottigliato al primo quarto, in fase di luna crescente. In fase di luna calante i vini a lungo invecchiamento. Con la luna piena si potrebbe imbottigliare qualsiasi tipo di vino. Sono questi aspetti legati alle credenze popolari e alle tradizioni, e non solo, a dividere il dibattito rispetto alla definizione e al riconoscimento legale dell’agricoltura biodinamica.
Comunque, i frutti di questo tipo di agricoltura maturano grazie all’impiego di risorse naturali e all’utilizzo di preparati biodinamici (come compost naturali) e solo in determinate fasi dell’anno. Le piante crescerebbero sane, producendo frutti di alta qualità e che sarebbero in grado di difendersi autonomamente dai parassiti. Il vino biodinamico è il risultato di questa agricoltura.
Va precisato che, come avviene per quello biologico, questo vino non azzera totalmente i solfiti ma ne limita drasticamente la presenza, che ritroviamo in circa 70 milligrammi per litro di vini rossi, 90 nei bianchi e 60 in quelli biodinamici frizzanti.
Agricoltura biodinamica, lo spettro delle stregonerie e dell’esoterismo
Il problema, come abbiamo ampiamente documentato sulle colonne de Il Salvagente, è che il dibattito sul riconoscimento legale di questa pratica è ancora in fermento. L’agricoltura biodinamica non è stata riconosciuta a livello legislativo.
In Parlamento è in corso una guerra tra visioni scientifiche e politiche differenti. Il metodo biologico su una barricata e il metodo biodinamico dall’altra parte della trincea. Nel corso dell’ultima discussione a Palazzo Madama, la senatrice Elena Cattaneo ha accusato i sostenitori dell’agricoltura biodinamica di voler legittimare la stregoneria, equiparandola a quella biologica. La scienziata Cattaneo ha presentato tre emendamenti volti a eliminare almeno il richiamo esplicito e il riconoscimento in via preferenziale a quelle che definisce “pratiche non solo antiscientifiche, ma schiettamente esoteriche e stregonesche”. “Mi riferisco – ha aggiunto – all’equiparazione tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica, una pratica agricola i cui disciplinari internazionali comprendono l’uso di preparati a base di letame infilato nel cavo di un corno di una vacca che abbia partorito almeno una volta”. Il riferimento è al cornoletame, altrimenti detto preparato 500, utilizzato per fertilizzare il terreno.
In ogni caso l’agricoltura biodinamica è stata eliminata dalla legge quadro sul biologico. Maria Chiara Gadda, parlamentare e presidente della Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, prima firmataria della legge che invece vuole includerla, promette battaglia e ricorda che “la regolamentazione europea sulla bioagricoltura includeva quella biodinamica già nel 1991″.
La questione è tutt’altro che chiusa, ma come sempre la natura va avanti e farà il suo corso.