L’Antitrust boccia il Nutri-score: confonde i consumatori

nutri-score

Secondo l’Antitrust, l’etichetta a semaforo Nutri-score sulla parte anteriore della confezione fornisce indicazioni fuorvianti circa la salubrità di un alimento e potrebbe indurre in errore i consumatori che potrebbero mangiare quantità eccessive di alcuni alimenti considerati “salubri”

L’etichetta Nutri-score confonde i consumatori. A dirlo è l’Antitrust che a novembre dello scorso anno ha aperto un’istruttoria per verificare se attraverso l’etichetta a semaforo il consumatore può essere indotto ad attribuire proprietà salutistiche ai prodotti che hanno un giudizio positivo e a fidarsi di questo per fare scelte alimentari non contestualizzate. Secondo quanto ripota il sito specializzato FoodNavigator, l’autorità italiana avrebbe concluso la fase istruttoria ravvedendo una violazione di alcuni articoli del Codice de Consumo.

Come funziona il Nutri-score

Sviluppato da ricercatori dell’università di Parigi e dell’Inserm, il Nutri-score è un sistema informativo basato sulle etichette dei cibi, che ha lo scopo di aiutare il consumatore a seguire abitudini alimentari più salutari. In altre parole, classifica cibi e bevande in base al loro profilo nutrizionale utilizzando una scala di cinque colori e lettere (A è verde per rappresentare la migliore qualità nutrizionale mentre E è rosso per indicare che è la più bassa). Considerati 100 grammi di prodotto, viene analizzato il contenuto di sostanze benefiche, come fibre, legumi, frutta e verdure, e quelle invece che devono essere limitate, come zuccheri, sale, acidi grassi saturi, noti per essere associati a problemi come obesità, diabete e malattie cardiache. Poi attraverso un complesso calcolo, si arriva a un punteggio finale, che permette di assegnare sia un colore che una lettera a uno specifico alimento.

Le critiche al Nutri-score

È proprio il sistema con cui si arriva alla classifica degli alimenti che ha destato molte critiche soprattutto nel nostro paese che vede penalizzati molti degli alimenti simbolo della dieta Mediterranea come l’olio extravergine di oliva e il parmigiano reggiano. In una lettera firmata con altri eurodeputati, Paolo e Castro aveva sollevato tutte le perplessità del caso (ne abbiamo scritto approfonditamente qui): “C’è qualcosa di sbagliato in questo sistema, ma anche di estremamente pericoloso. infatti, i sistemi di etichettatura nutrizionale dovrebbero aiutare i consumatori a fare scelte più informate e corrette, contrastando le malattie legate all’alimentazione. Tuttavia, questo non è l’obiettivo del Nutri-score che, al contrario, può fuorviare i cittadini condizionando le loro scelte con una valutazione generica, che non fornisce alcuna informazione esaustiva e specifica sui nutrienti, basata sulle assunzioni di riferimento del consumatore medio. noi siamo al fianco dei nostri agricoltori e piccoli produttori, che hanno già manifestato le loro preoccupazioni verso un sistema di etichettatura che discrimina arbitrariamente prodotti di altissima qualità, spesso appartenenti al patrimonio culturale e gastronomico italiano ed europeo.”

La posizione dell’Antitrust

Evidentemente quella di De Castro (e degli altri eurodeputati) non è una posizione priva di fondamento e soprattutto non è una voce isolata È anche la conclusione cui è giunta l’Antitrust. “La valutazione Nutri-score sembra basarsi su elementi statistici che portano a qualificare se gli alimenti in modo assolutista come positivi o negativi, senza tener conto dello stato soggettivo di ciascun individuo e delle molteplici variabili che influenzano la persona dieta, come le caratteristiche genetiche, le condizioni generali di salute, l’età, lo stile di vita, l’attività lavorativa, nonché l’interazione del prodotto con altri alimenti consumati” si legge.

Il consumatore – continua l’Autorità – sarà quindi indotto a ritenere che “a prescindere dalle proprie esigenze dietetiche, il prodotto è sicuramente preferibile rispetto ad altri della stessa categoria, favorendone il consumo (senza limiti) poiché è inteso che il colore verde ha individuato un cibo che di certo non nuoce alla salute”.​

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Il caso Dukan

Oggetto dell’istruttoria dell’Antitrust che la società francese Dukan. Anche nei suoi confronti il giudizio dell’Antitrust è stat negativo. “A titolo esemplificativo – osserva l’Agcm – Nutri-Score attribuisce la categoria A verde ad alcuni prodotti a marchio Dukan come i biscotti al cocco, classificati nel sistema Nova come “ultra-lavorati”.

L’etichetta Nutri-score, invece, indirizza il consumatore all’acquisto del prodotto, nella convinzione che si tratti di un alimento sano. “La mancanza di elementi chiarificatori in relazione alle caratteristiche e ai limiti della metodologia utilizzata non consente al consumatore di utilizzare in maniera consapevole la valutazione espressa”, si legge.

Inoltre, in assenza di riferimenti a quantità desiderabili e avvertenze su specifiche esigenze dietetiche, il consumatore è “incoraggiato a consumare questo tipo di prodotti senza limiti, con il rischio di sottovalutare i potenziali effetti nocivi che l’assunzione di quantità significative di un alimento può determinare la salute”.​