“Ecco perché quando fa molto caldo diventiamo aggressivi”

CALDO AGGRESSIVI

Con il professor Christian Franceschini, docente di Psicologia clinica, cerchiamo di capire come mai in questi giorni di gran caldo aumentino i casi di violenza e di aggressività. E il peso che può avere un cattivo sonno su questi comportamenti

Sappiamo che il caldo comporta importanti conseguenze a livello neurologico, come mancanza di coordinazione, confusione, convulsioni, perdite di coscienza in relazione ai colpi di calore, però molte persone non sono consapevoli che può anche influenzare la mente e l’umore, per cui ci si sente irritabili e a disagio.

A parlarci degli effetti del caldo sulla psiche umana è il professor Christian Franceschini, docente di Psicologia clinica presso la Scuola di Medicina-Polo Bio-tecnologico dell’Università di Parma e membro Aip, l’Associazione italiana di psicologia che abbiamo sentito nel servizio su caldo e salute in edicola sul numero del Salvagente di luglio.

Vi anticipiamo l’intervista.
Professor Franceschini durante l’estate, soprattutto quando le temperature sono elevate, ci sono molti più episodi di violenza. Perché?
Il caldo rende alcune persone aggressive e violente. Ci sono degli studi che lo dimostrano: ad esempio quelli svolti negli Usa, in Arizona, dove spesso i soggetti alla guida, quando hanno molto caldo, utilizzano spasmodicamente il clacson; o altri studi che rivelano come la violenza interpersonale sia molto incrementata nei paesi più caldi, mentre gli abitanti dei paesi più freddi risultano meno aggressivi.
Dunque il caldo ha un effetto amplificatore degli stati di stress?
Il caldo aumenta l’ansia, la depressione e i disturbi post-traumatici soprattutto nei soggetti che hanno una salute mentale già alterata. L’aumento della violenza si ha nei soggetti che hanno già una predisposizione, però sicuramente tutti noi soffriamo gli effetti del caldo. Durante il giorno siamo regolati da ritmi biologici che ci permettono di tenere sotto controllo, grazie al cortisolo che è l’ormone dello stress, anche la temperatura corporea.
Quindi i ritmi circadiani, ossia l’alternanza luce e buio, hanno un’influenza in merito?
Noi abbiamo un nucleo soprachiasmatico, un regolarizzatore che ci permette, grazie alle informazioni che passano tramite la retina (dunque a seconda della quantità di luce) di secernere la melatonina: verso sera, quando fa buio, cominciamo a produrre melatonina, che regola la temperatura corporea facendola abbassare. Ecco perché il sonno è importante anche nella regolazione della temperatura e sugli effetti diurni.
Ma la qualità del sonno quando fa caldo subisce delle variazioni.
Durante la notte noi andiamo a ridurre la temperatura corporea nelle varie fasi del ciclo del sonno. Ma se noi dormiamo in una stanza molto calda, o all’esterno fa troppo caldo, il nostro sonno risulta alterato nelle prime, quelle del sonno leggero, facendo sì che abbiamo molti risvegli e facciamo molta fatica a restare addormentati per entrare nelle fasi di sonno profondo, che inducono al sonno rem (con i sogni) e che sono importantissime per i processi riparativi, rigenerativi e fisiologici. Tra questi anche l’apprendimento e le funzioni cognitive. Moltissimi studi dimostrano che la perdita di sonno amplifica le emozioni negative relative agli eventi diurni, del giorno dopo.
E dunque il fatto che nelle giornate calde ci sentiamo insofferenti, nervosi, abbiamo la tendenza a perdere subito la pazienza, è collegato alla mancanza di sonno?
Non avendo una buona qualità di sonno notturna, riduciamo la nostra capacità di riconoscere e di avere emozioni positive e abbiamo più emozioni negative diurne, come la rabbia, l’ansia, lo stress. Tra l’altro durante l’estate andiamo incontro a una fisiologica propensione alla riduzione del sonno: le giornate sono più lunghe, c’è più luce, la melatonina si forma più tardi e, con il benessere collegato all’estate, noi cerchiamo di procrastinare le ore del sonno, vogliamo essere socialmente attivi, soltanto che poi, quando andiamo a letto e fa molto caldo, fatichiamo ad addormentarci, dormiamo male e il giorno dopo avremo difficoltà a regolare le emozioni cosicché anche un piccolo stress diurno può portarci ad avere una reazione negativa esagerata.
Per questo siamo più stanchi, dormiamo più profondamente durante le ore mattutine e pomeridiane e meno di sera e di notte?
Durante il giorno siamo più propensi a recuperare le ore di sonno perse, perché ne abbiamo una grande necessità. È un processo omeostatico che si scarica. Dopo 7, 8 o 10 ore che siamo in piedi dopo un cattivo sonno notturno, il nostro organismo ci chiede di fare un pisolino. Durante l’estate può essere più lungo ma questo non va bene perché al risveglio saremo ancor più obnubilati e affaticati.
Quindi qual è il consiglio?
Di fare pisolini brevi, massimo mezzora. Anche se di notte abbiamo dormito poco. Dobbiamo solo ridare una carica energetica al nostro processo sonno ma anche ai nostri processi cognitivi. E naturalmente la soluzione è di dormire bene di notte, scegliendo stanze fresche, abiti leggeri, non bevendo alcol.