L’esposizione agli ftalati aumenta il rischio di tumori infantili

ftalati

Gli ftalati sono sostanze chimiche utilizzate per ammorbidire (o ‘plastificare’) alcuni materiali usati in una serie di prodotti industriali e di consumo tra cui materiali a contatto con alimenti come il Pvc. Sospettati di essere interferenti endocrini, adesso un nuovo studio li associa au aumentato rischio di tumori infantili

Un nuovo studio ha collegato l’esposizione agli ftalati a una maggiore incidenza di specifici tumori infantili. La ricerca, pubblicata sul Journal of National Cancer Institute, suggerisce che l’esposizione agli ftalati associati ai farmaci può contribuire allo sviluppo di alcuni tumori infantili e che ridurre al minimo l’esposizione agli ftalati può aiutare a prevenire alcuni tumori infantili in futuro.

Cosa sono gli ftalati

Gli ftalati sono additivi chimici utilizzati per migliorare la durata o la consistenza della plastica e di un’ampia gamma di prodotti di consumo. Gli esseri umani sono abitualmente esposti a questi composti quando fuoriescono dai prodotti e nell’ambiente. Sono anche usati come ingredienti inattivi in ​​alcuni farmaci, in particolare quelli che richiedono un rilascio prolungato o ritardato del farmaco per funzionare correttamente, ad esempio alcuni farmaci antinfiammatori e antibiotici.

Diagnosi aumentate del 20%

Lo studio ha misurato la correlazione tra esposizioni gestazionali e infantili agli ftalati e l’incidenza del cancro infantile. I ricercatori hanno studiato tutti i nati vivi tra il 1997 e il 2017, per un totale di quasi 1,3 milioni di bambini. Nel periodo considerato, le diagnosi di tumori infantili sono state 2.027: l’esposizione agli ftalati durante l’infanzia, ma non durante la gestazione (in utero), ha causato un aumento del 20% delle diagnosi. In particolare, il tasso di diagnosi di osteosarcoma è stato più alto di quasi tre volte. I tumori del sangue, invece, sono aumentati del doppio.

Dove si trovano gli ftalati

“Il nostro studio si è concentrato all’esposizione ai farmaci contenenti ftalati” ha spiegato il ricercatore capo Thomas Ahern, PhD, MPH, professore associato presso il Larner College of Medicine dell’Università del Vermont. Oltre che nei farmaci, gli ftalati sono presenti in numerosi oggetti di uso comune, come i giocattoli, ma anche in molti alimenti (sono per lo più contenuti nelle pellicole di rivestimento dei cibi pronti). Ad oggi l’Efsa ha valutato 5 ftalati:

  • Di-butilftalato (DBP) – FCM n. 157
  • Butil-benzil-ftalato (BBP) – FCM n. 159
  • Bis(2-etilesil)ftalato (DEHP) – FCM n. 283
  • Di-isononilftalato (DINP) – FCM n. 728
  • Di-isodecilftalato (DIDP) – FCM n. 729

Il dietilesilftalato, ad esempio, lo troviamo in questi prodotti:

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Quali sono i rischi degli ftalati

Gli ftalati, come altri plastificanti, sono sospettati di essere interferenti endocrini, ovvero di alterare il corretto funzionamento del sistema ormonale. Non solo. Numerosi studi, al pari di quello condotto dall’Università del Vermont, hanno messo in luce altri rischi legati all’esposizione a questa classe di sostanze. Ad esempio, la presenza di questi composti chimici potrebbe causare la morte prematura ogni anno di 100.000 americani di 55 a 64 anni, almeno secondo uno studio della Grossman School of Medicine di New York University, pubblicato sulla rivista Environmental Pollution.