Se il gestore del gas “inventa” le penali per non perdere il cliente

PENALI CHIUSURA UTENZA GAS

Una lettrice vede aumentare vertiginosamente le bollette del gas e pensa di cambiare contratto. Ma il suo gestore prevede penali in caso di abbandono anticipato. Ecco perché si tratta di una condizione illegittima, come ci spiega Valentina Masciari di Konsumer Italia

Caro Salvagente, il 1° gennaio dello scorso anno avevo sottoscritto telefonicamente un contratto gas e luce con Energy gas Italia con fatturazione mensile e a marzo dello 2021 sono  passata ad altro operatore. Ero convinta di essere tornata con Eni, anche perché chi mi ha chiamato conosceva oltre a nome e indirizzo perfino il numero di conto corrente. Quando mi è arrivato il contratto via mail, con la clausola che rinunciavo alla facoltà di recedere entro 15 giorni e mi impegnavo a restare con loro almeno 12 mesi (quindi fino al 31/12/2021), altrimenti mi sarebbe stata applicata una penale di 70 euro per ciascun contratto, mi sono ovviamente accorta che non si trattava di Eni. I prezzi applicati sembravano  ottimi: euro 0,039 al kwh per la luce e euro 0,199 al mc per il gas., per cui ho deciso di restare.
Le bollette fino a ottobre sono state relativamente basse ma dai novembre si sono impennate. A gennaio e febbraio gli aumenti sono stati ancora superiori, a parità di consumi. Cosa analoga per la luce. Inoltre le fatture mi sono state inviate via mail a soli 4 giorni dalla scadenza.
Ho chiamato il servizio clienti per ben due volte, ha riconosciuto gli errori e promesso che nella successiva bolletta tutto sarebbe stato sistemato. Cosa che naturalmente non è avvenuta. Ho cercato di bloccare la domiciliazione bancaria affinchè le ultime bollette non venissero pagate, ma non è stato possibile perché a quanto sostiene la banca la società non aderisce al circuito Sepa. Ho inoltre inviato un modulo di reclamo via mail e una raccomanda con avviso di ricevimento contestando gli importi delle fatture . Telefonicamente ho chiesto che fosse tolta la domiciliazione bancaria, ma ovviamente la fattura è stata regolarmente pagata. Ieri 28 marzo il servizio clienti mi ha scritto, in un italiano veramente molto approssimativo, che farà dei controlli. Chissà quando…

Luisa Pistolato

 

Cara Luisa, chiariamo subito un aspetto fondamentale: nei casi riguardanti contratti di fornitura luce e gas, non si applicano penali nell’ipotesi di cambio gestore o cessazione contratto.

Con questa premessa, vediamo come commenta il suo caso Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia.

Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente

Sì! Voglio scaricare gratis il numero di giugno 2023

Mi sembra  strano quanto è stato comunicato alla signora Pistolato, perché qualunque penale, in questo caso per il mercato gas, ma anche per quello delle utenze luce in bassa tensione, è illegittima.

Infatti, come da chiare disposizioni dell’ARERA, previste nella delibera 302/2016/R/COM del 2017, è stabilito che: “Il diritto di recesso, esercitato nel termine di preavviso di cui al presente provvedimento, non può essere sottoposto a penali né a spese di chiusura. Eventuali clausole in tal senso si considerano non apposte”

In breve, eventuali clausole contrattuali che stabiliscano in modo differente rispetto a quanto previsto dall’ARERA, possono essere considerate vessatorie.

Le uniche tempistiche da rispettare, sono quelle tecniche, legate alla comunicazione del recesso, che viene eseguita dal venditore entrante entro e non oltre il giorno 10 del mese antecedente il mese di cambio venditore.

Per quanto riguarda l’aumento dei costi, sembrerebbe che il suo gestore a Novembre 2021, abbia attuato una variazione unilaterale del contratto, cambiando le condizioni economiche in precedenza sottoscritte dai propri clienti.

Certamente l’avrà fatto in considerazione dell’aumento dei costi che si è verificato ma sembrerebbe che non ci sia stata una comunicazione chiara di tale modifica, che come previsto, è possibile che venga effettuata ma il cliente deve esserne messo a conoscenza e avere la possibilità di recedere dal contratto.

Inoltre, per l’utenza gas, la signora dovrebbe anche verificare se i consumi le vengono addebitati su stime o su dati reali e quindi eventualmente, comunicare un dato corretto.

Infine, per la revoca dell’addebito delle fatture, basta richiedere al proprio istituto di credito di rimuovere l’autorizzazione concessa al fornitore di quel servizio per l’addebito automatico e quindi, effettuare la revoca della domiciliazione.

Su questo aspetto, ricordo anche che se si riceve una bolletta di importo elevato e si ritiene che sia errata, è possibile, contattando al propria banca, sospendere la bolletta, richiedendo il rimborso di questa alla banca stessa, in genere  entro 8 settimane dall’addebito. Una volta sospesa la bolletta, l’utente si vedrà restituire quanto pagato e potrà contattare il suo fornitore per chiarire la questione, avviando, preferibilmente, un reclamo formale.

È poi corretto che abbia chiesto al proprio fornitore il cambio modalità di pagamento, modifica che viene attuata nel giro di pochissimi giorni.

Da quanto emerso, mi sembra che siamo di fronte a un fornitore che non gestisce i suoi clienti in modo completamente trasparente, e se queste modalità fino a qualche mese fa già erano condannabili, oggi con l’impatto che le bollette di luce e gas hanno sui bilanci familiari, sono ancora meno accettabili.