“Così un errore da 40 centesimi nella multa pagata, è diventata una cartella da 78 euro”

Per una multa regolarmente pagata nei termini nell’aprile 2019 e l’ammanco di 40 centesimi, un cittadino si vede recapitare una cartella di Equitalia di 78,43 Euro. Sembra assurdo ma è una storia vera raccolta dal Movimento difesa del cittadino. Nei tre anni, che sono passati dalla multa alla cartella esattoriale, al malcapitato non è arrivato nessun avviso bonario, nessuna pec o mail, nessuna segnalazione dell’importo insufficiente della sanzione. Adesso per quei 40 centesimi, in pratica, il contribuente pagherà in percentuale quasi il 20mila% in più.

La storia

Ma veniamo ai fatti. È il 18 aprile del 2019, l’auto del contribuente è parcheggiata in uno spazio riservato al mercato, viene multata alle 07:10 del mattino e rimossa. Il cittadino, meno di due ore dopo, va a ritirare la macchina pagando le spese del carro-attrezzi e del deposito, per un totale di 250 euro. Il giorno successivo, salda in tabaccheria anche la multa scritta a mano lasciatagli sul parabrezza dai vigili urbani. Entro 5 giorni c’è infatti la possibilità di pagare l’infrazione ridotta, così il cittadino decide di versare subito i 29 euro. Che invece sono 29,40: quella minima differenza, tra l’altro giustificata dalla ben poco chiara grafia del vigile urbano, costa al cittadino l’iscrizione al ruolo esattoriale, in attesa che gli venga poi notificata la cartella dall’Agenzia della riscossione.

La risposta assurda dell’ufficio avvisi bonari

Lui però non si dà per vinto e comincia a scrivere pec, prima all’ufficio contravvenzioni, poi alla direzione generale dei vigili, al protocollo risorse economiche, fino ai dirigenti responsabili, per richiedere l’annullamento dell’iscrizione ai ruoli esattoriali e di pagare il dovuto, riconoscendo l’ammanco dei 40 centesimi e mettendosi a disposizione per saldare immediatamente la differenza. Ma il funzionario dell’Ufficio avviso bonario, risponde: “Il legislatore, non fa distinguo per l’importo rimasto scoperto dal pagamento effettuato nei termini, pertanto a ruolo viene iscritta la metà del massimo edittale meno la somma già versata”. E al perché non sia stato mandato un avviso bonario, visto che la multa risultava regolarmente pagata, la risposta del dirigente responsabile dell’ufficio è: “Attualmente non è in vigore la procedura dell’invio avviso bonario, che comunque è un atto di pura informazione non impugnabile e non sospende alcun termine perentori”. “Ecco, quel che è mancato è la ‘pura informazione’ – scrive Msc – sarebbe bastato scrivere al cittadino attraverso una pec che c’era questo problema con la multa, che al pagamento effettuato mancavano 40 centesimi, e indicare la strada per mettersi in regola”. Il malcapitato automobilista ha deciso di rendere pubblica la storia rivolgensoi al Movimento difesa del cittadino, per far comprendere come “la trasparenza, il dialogo tra amministrazione e cittadini non possono essere solo belle parole. Oggi succede che paghi regolarmente una multa e per pochi centesimi ti ritrovi bastonato nuovamente per la stessa contravvenzione”.

Mdc: cambiare la legge per evitare che si ripeta

“In nessun paese civile il mancato pagamento di 0,40 € può provocare una cartella di quasi 80 – ha spiegato Antonio Longo, Presidente Mdc – Ci deve essere sempre proporzionalità tra violazione e sanzione. E una pubblica amministrazione amica o un fisco amico dovrebbe avvertire ‘bonariamente’ il cittadino dell’errore o dimenticanza, o addirittura annullare la sanzione, visto l’esiguità della cifra. Sottoporremo il caso ai ministri Franco e Brunetta chiedendo un cambiamento della norma”.