Pubbliredazionale a cura di Unioncamere
Parlare di acquacoltura ad un consumatore significa spesso incontrare dubbi e perplessità. Il concetto di “pesce d’allevamento” è molto più chiaro nella sua mente, non di rado però esso è associato ad una qualità inferiore al pescato e al maltrattamento degli animali in virtù dei non pochi esempi di acquacoltura non sostenibile balzati agli onori della cronaca negli ultimi anni (ne parliamo diffusamente qui). Ma non tutta l’acquacoltura è da demonizzare, almeno in Europa, anzi, esistono metodi di produzione che si distinguono, tra l’altro, proprio per la qualità e il rispetto del benessere animale.
Prima di affrontare il tema della sostenibilità è bene però inquadrare con maggior precisione il “rovescio della medaglia”, e capire a cosa andiamo incontro con il nostro comportamento di consumatori.
La crescente domanda di prodotti ittici per il consumo al dettaglio ha come logica conseguenza che l’attività di pesca non basta a fornire i prodotti ittici richiesti, perché deve confrontarsi con una riserva di pesce cui attingere tutt’altro che infinita.
Mentre infatti per secoli siamo stati abituati a pensare che i fiumi, i laghi, i mari e gli oceani siano “produttori” inesauribili di specie ittiche, l’espansione demografica e il progresso ci hanno messo di fronte a una realtà ben diversa: quasi tre quarti degli stock ittici pescati sono ormai al limite dell’esaurimento (dati WWF) e in molti casi vengono sovrapescati (dall’inglese “Overfishing”, termine che identifica l’esaurimento della fauna ittica a causa dell’eccessiva attività di pesca di una o più specie).
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Non a caso il tonno rosso del Pacifico o il pesce spada sono due tra le specie, che attualmente rischiano di sparire per sempre a causa della sovrapesca, generando di fatto uno svantaggio commerciale ma soprattutto un irreparabile danno ecologico.
Ecco perché è importante informarsi sui prodotti e sulla loro origine, per poi scegliere quelli che sono frutto di processi produttivi improntati alla sostenibilità.
I vantaggi dell’acquacoltura sostenibile
Tutte queste ragioni hanno portato alla nascita del Disciplinare di produzione e relativo marchio denominato “Acquacoltura sostenibile”, che identifica i prodotti ittici certificati, perché rispettosi dei criteri di qualità e sostenibilità.
Questo tipo di produzione, infatti, non solo può contribuire a ridurre la pressione sugli stock ittici in esaurimento, salvaguardando le specie in via di estinzione, ma ha un minor impatto sull’ambiente. E la sostenibilità ambientale non è l’unico vantaggio che la certificazione “Acquacoltura sostenibile” può offrire. Il marchio, infatti, garantisce anche la loro provenienza. Ma non è tutto, perché per apporlo sui loro prodotti le imprese devono rispettare le regole del Disciplinare di produzione, riconosciuto a livello europeo, che il nostro Paese, per primo in Europa, propone a tutti gli operatori economici del settore e che oltre alla sostenibilità ambientale comprende anche quella economica e sociale. Portare in tavola o chiedere al ristorante prodotti con il marchio “Acquacoltura sostenibile” significa, dunque, scegliere prodotti, che rispettano i nostri fiumi, laghi, mari e oceani a beneficio nostro e delle future generazioni. Ma anche prodotti sani, perché sono allevati e fanno parte di una filiera controllata e questo li rende più sicuri. Una filiera che è corta, perché gli stabilimenti si trovano più vicini, e questa è un’importante garanzia di freschezza.
Le specie certificate
Troppo spesso i consumatori sono costretti a reperire autonomamente informazioni in merito alla qualità del cibo acquistato, mentre tale compito spetta, in qualsiasi settore compreso quello ittico, alle aziende produttrici e distributrici.
Il sito www.hellofish.it può aiutare a conoscere più in dettaglio il mondo dell’acquacoltura e mette a disposizione dei consumatori informazioni utili a scegliere cosa consumare: segnala la specie della settimana, i valori nutrizionali delle specie ittiche e propone alcune ricette gustose.
Sono molti i prodotti ittici che possiamo trovare contraddistinti dal marchio “Acquacoltura sostenibile”. Per quanto riguarda i pesci: trota iridea, salmerino di fonte, salmerino alpino, storione bianco, storione siberiano, storione russo, storione ladano, sterlotto, storione stellato, storione cobice, spigola, orata, ombrina, sarago pizzuto. Inoltre, tra i molluschi: cozza o mitilo, ostrica concava, ostrica piatta, vongola verace.