Glifosato, il rapporto di valutazione ha ignorato oltre il 90% degli studi

GLIFOSATO

Mentre l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche stanno finendo le consultazioni pubbliche prima di decidere sui potenziali rischi del glifosato per la salute umana, un nuovo rapporto dell’associazione Générations Futures, mette in discussione il rapporto di valutazione redatto da Francia, Paesi Bassi, Ungheria e Svezia, i 4 paesi membri che compongono il Glyphosate Assessment Panel.

In sostanza, la ong francese, ha evidenziato molte carenze nel processo di valutazione degli studi che hanno fatto da base per “l’assoluzione” del glifosato: il gruppo di valutazione, lo scorso giugno e sulla base di una valutazione di studi scientifici e prodotti dall’industria, aveva concluso che il glifosato “soddisfa i criteri di approvazione” europei. 

Una conclusione – sottolinea Générations Futures – viziata dal fatto che non ha tenuto conto della maggior parte degli studi pubblicati.

Oltre il 90% di studi scartati

Dei 7.188 studi pubblicati su riviste scientifiche negli ultimi dieci anni, 6.644 (o il 92%) sono stati quindi respinti come “irrilevanti” – e dei restanti studi, solo 211 (o il 3%) sono stati considerati “utili allo scopo”.

“Una cifra che è stata ulteriormente ridotta, poiché la maggior parte di questi studi alla fine sarà stata classificata come “inattendibile” o “affidabile con restrizioni”. Solo 30 studi scientifici, ovvero lo 0,4% del numero totale, sono quindi stati presi in considerazione dai revisori europei come pertinenti e affidabili – e nessuno di essi è servito come “studio chiave” nel lavoro europeo di rivalutazione” rivela l’associazione.

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La causa, secondo Générations Futures, risiede nel fatto che molti studi sono stati esclusi solo sulla base dei loro titoli o dei loro riassunti. Inoltre, la valutazione dell’attendibilità degli studi sarebbe stata effettuata “in maniera del tutto non trasparente e iniqua tra gli studi universitari e quelli dell’industria”.

Al contrario, gli studi prodotti dall’industria si trovano in gran numero tra i lavori su cui si sono affidati i valutatori europei, rivela l’associazione. E questo mentre gli studi di settore, “in particolare gli studi di genotossicità, mostrano difetti metodologici significativi“.

Una situazione “totalmente anormale”

Di fronte a questa situazione “totalmente anormale”, Générations Futures chiede “che il governo francese intervenga rapidamente affinché sia ​​riformato con urgenza il metodo di presa in considerazione dei vari studi utilizzati nell’ambito della valutazione del glifosato a livello comunitario”.

L’associazione, inoltre, sottolineando il rischio che si riscontrino distorsioni metodologiche in “molti altri dossier di valutazione dei pesticidi a livello comunitario”, chiede anche “una profonda riforma metodologica delle procedure di valutazione dei pesticidi nell’Unione europea”.

“C’è un urgente bisogno di sviluppare e attuare un metodo che garantisca che tutte le conoscenze scientifiche disponibili siano prese in considerazione”, sostiene il associazione, e ciò “in maniera equa e trasparente”.