L’elevata concentrazione di allevamenti intensivi nella Pianura Padana e il grande numero di animali costretti a vivere in spazi ristretti al loro interno sono causa di sofferenze per gli animali allevati e inquinamento dell’aria, costituendo anche serbatoi di malattie zoonotiche che minacciano la salute dei cittadini. È quanto emerge nell’ultima inchiesta condotta da Animal Equality che vuole porre l’attenzione sull’impatto ambientale di un sistema produttivo intensivo, che deve essere affrontato quanto prima per mettere fine alla crisi climatica, anche in Italia. Secondo Alice Trombetta, direttrice di Animal Equality Italia: “Alla COP26 il problema degli allevamenti intensivi e del loro impatto nocivo sul Pianeta è stato prevalentemente ignorato, ma è un tema che riguarda tutti. Il sostegno all’industria della carne e il suo consumo diffuso alimentano un sistema dannoso per l’ambiente e pericoloso per la salute delle persone che deve essere cambiato”. (continua dopo il video)
“La maggiore concentrazione di inquinamento in Italia riguarda il territorio lombardo, dove fra Milano, Mantova, Brescia e Cremona si conta la metà della produzione nazionale di suini e un quarto della produzione di bovini” denuncia l’associazione sottolineando che “l’Italia, che si è già dimostrata inadempiente rispetto alle direttive europee, è stata sottoposta a un’ulteriore procedura di infrazione per non aver rispettato la direttiva nitrati dell’Unione europea, una problematica legata al mancato smaltimento e gestione adeguato dei liquami zootecnici”.
Secondo i dati Arpa, la fonte principale di ammoniaca generata dal settore agricolo in Lombardia è proprio l’allevamento di animali, che rappresenta circa il 57,9% del totale delle emissioni di ammoniaca originate da questo settore economico.
Spandimento di liquami ed emissioni di ammoniaca e gas serra sono due fenomeni connessi. Secondo quanto riportato da Greenpeace sulla base dei dati ISPRA, maggiori sono gli spandimenti di reflui zootecnici, maggiori sono le emissioni di ammoniaca, che a loro volta portano a incrementare il livello di particolato e quindi lo smog nell’aria.
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A tutto questo si aggiungono i già citati reflui zootecnici, responsabili dell’acidificazione del suolo e dell’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, che hanno anche un grave impatto sulla qualità dell’aria all’interno degli allevamenti sulle vie respiratorie degli animali e degli operatori.