“Chi siete? Cosa portate? Sì ma quanti siete? Un fiorino!” Quando riavere i soldi da un operatore è un film

Caro Salvagente, mio marito era cliente Fastweb dal 2000. Sfortunatamente nel 2013 è deceduto ed io mi sono rivolta a Fastweb per subentrare come intestataria. Dopo numerosi tentativi (e l’invio tutta la documentazione, completa di certificato di morte), mi decido finalmente nel maggio del 2020 a rescindere il contratto con raccomandata con ricevuta di ritorno, email su posta certificata, ma continuo a ricevere bollette con addebito automatico, fino a che, su consiglio della banca, blocco in ottobre i pagamenti. Oggi, quindi quasi un anno dopo, ricevo 8 lettere da Fastweb definite come note di credito, tutte dello stesso importo (42,16), emesse in data 12/7/2021 con scadenza 14/7/2021 intestate a mio marito. Le note di credito hanno tutte numeri diversi ma non c’è specifica di periodo o motivo. Non capisco di cosa si tratti né come mi debba comportare dato che non riesco a mettermi in comunicazione con Fastweb perché il codice cliente di mio marito non viene riconosciuto.

Licia Rivoltini

Cara Licia, certo che la battaglia contro il Moloc degli operatori telefonici è ancora lontana dall’essere vinta. Nel suo caso ci torna in mente la famosissima scena del doganiere di “Non ci resta che piangere” che a Benigni e Troisi recita imperterrito “Chi siete? Cosa portate? Sì ma quanti siete? Un fiorino!

In questo caso, però, è perfino difficile parlare a un doganiere, ops a un call center…

Abbiamo allora girato a Valentina Masciari, responsabile utenze di Konsumer Italia, la sua vicenda per avere dei consigli “umani”.

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Ecco la sua risposta.

A quanto vedo, tutto dipende dalla mancata lavorazione della richiesta fatta dalla signora Rivoltini, di chiusura del contratto.

Infatti, la lettrice ci scrive che nonostante l’invio di una raccomandata, con la quale richiedeva la cessazione del contratto, Fastweb ha continuato ad emettere fatture e a quanto capisco, ad addebitarle sul conto della signora.

Ricordo, che la chiusura del contratto deve avvenire entro 30 giorni dal ricevimento della raccomandata da parte del gestore. Decorso tale termine, senza che la linea venga cessata, tutte le fatture emesse non sono dovute.

Suppongo che Fastweb ad un certo punto si sia accorta dell’errore, magari anche in seguito a qualche segnalazione della signora, e ha chiuso il contratto, chiaramente con effetto retroattivo e quindi a far data dalla ricezione della raccomandata.

A questo punto, Fastweb  emette, giustamente, delle note di credito, che vanno a stornare le fatture emesse ma non dovute. Infatti, la comunicazione che ci invia l’interessata, contiene una nota di credito e viene riportata la dicitura “nota di credito a storno fattura …….”

Se la signora ha pagato delle fatture non dovute, queste le devono essere materialmente rimborsate, mentre per quelle non pagate, ci sarà una compensazione tra debito e credito.

Sarebbe corretto però, che la signora riceva un estratto conto definitivo, con l’indicazione delle partite compensate e le note di credito.

La signora Rivoltini, inoltre, dice di aver inviato a Fastweb, anche più volte, il certificato di morte del marito.

Consiglio di procedere con l’invio di tutta la documentazione attestante che lei è erede del coniuge defunto e che quindi, l’assegno del rimborso venga emesso direttamente a nome della signora Rivoltini, per evitare che poi possa avere difficoltà ad incassarlo, perché nessuna banca consegnerà la somma riportata sull’assegno al relativo possessore, senza la certezza legale della sua qualità di erede e quindi tutte le lungaggini che ciò comporta.