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Divieto di biossido di titanio a causa delle sue nanoparticelle potenzialmente tossiche, nitriti classificati come “probabili cancerogeni” dall’oma, pubblicazioni scientifiche che mostrano un legame tra il consumo di alimenti ultra-processati (contenenti questo tipo di ingredienti industriali) e molte malattie. Le prove sulla pericolosità degli additivi alimentari sono sempre di più per questo un team di ricercatori francesi ha cercato di misurarne l’esposizione. Le notizie non sono rassicuranti. Analizzando i dati forniti da diverse agenzie esperte e incrociato i loro risultati con le dichiarazioni di consumo alimentare di circa 100.000 cittadini francesi, i ricercatori sono giunti alla conclusione che, in media, ogni francese ingerisce 155,5 milligrammi al giorno per chilogrammo di peso corporeo. Rispetto al peso medio dei francesi (72,4 chilogrammi), questo significa che si ingeriscono 11,3 grammi di additivi al giorno... l’equivalente di due zollette di zucchero al giorno, o addirittura 4 chilogrammi all’anno! I francesi più esposti, ne ingeriscono in media 25 grammi al giorno, ovvero quasi 10 chilogrammi all’anno.
Nitriti e mono-e digliceridi degli acidi grassi
E non è che le molecole più comuni siano le meno rischiose. Tra i due additivi ingeriti più frequentemente troviamo sicuramente l’acido citrico, che non costituisce un pericolo a priori, ma anche l’amido modificato, alcune delle quali sono sospettate di favorire malattie renali e cardiovascolari. E in totale, tra i 50 additivi più frequenti, a cui è regolarmente esposto tra il 15 e il 90% dei francesi, un terzo era sospettato di effetti nocivi sulla salute: possiamo citare i mono- e digliceridi degli acidi grassi (E471) , nitrito di sodio (E250) o anche di-, tri- e polifosfati (E450, E451 e E452), tutti classificati come “sconsigliati” o addirittura “da evitare” nella nostra valutazione degli additivi alimentari, e anche designati come a rischio dagli autori dello studio.
Superamento delle soglie di rischio
Per quanto riguarda lo sgradevole glutammato di sodio (E621), il 7% della popolazione francese ingerisce dosi superiori alla soglia di rischio definita dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), secondo i calcoli dei ricercatori. Questi ultimi, quindi, mettono in guardia dall’attuale ignoranza dei rischi associati all’esposizione cronica a queste miscele di molecole, e ricordano che diverse autorità sanitarie pubbliche in tutto il mondo raccomandano di limitare il consumo di alimenti ultralavorati, privilegiando i prodotti alimentari contenenti il minor numero di additivi possibile.