Revisione auto e moto: gli aumenti sono puntuali, il bonus del governo è in ritardo

Gli aumenti sono puntuali, i bonus, invece, decisamente più lenti. E fumosi. E così mentre dal 1° novembre il costo della revisione dell’auto è passato, solo per la tariffa base da 45 a 54,90 euro (che se ci si rivolge a un centro privato vedono aggiungersi l’Iva, la tariffa motorizzazione, 10,20 euro, e le spese postali, 1,78 euro, per un totale di 79,02 euro) sul bonus c’è da aspettare ancora.

E questo provoca molto scontento tra gli automobilisti, già costretti a digerire sostanziosi aumenti del carburante.

Bonus: per pochi e con molta calma

Il Bonus previsto dal decreto “Modalità di concessione del contributo per la revisione dei veicoli a motore” del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile prevede che i proprietari di un’auto o una moto, potessero richiedere 9,95 euro  fino al 2023, una sola volta e per un solo veicolo. I fondi però, circa 4 milioni, sono appena sufficienti per 400mila proprietari, a fronte di circa 14 milioni veicoli revisionati ogni anno.

Non solo. La piattaforma presso cui richiederlo “Buono veicoli sicuri”, del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, non c’è ancora. E rischia di non esserci a lungo, visto che l’entrata in servizio prevista è entro 60 giorni dalla pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale. Pubblicazione che è avvenuta il 22 ottobre: basta fare due conti per capire che i primi bonus potrebbero essere richiesti il 21 dicembre prossimo.

A chi ha la sufficiente pazienza (e non deve fare la revisione prima) servirà la spid per registrarsi,  il numero di targa, la data di revisione, una mail. Il bonus arriverà con accredito sull’IBAN.

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Le sanzioni per mancata revisione

Molto più concrete le sanzioni per la circolazione senza revisione. L’art. 80 comma 14 del Codice della Strada stabilisce che chi venga trovato a circolare alla guida di un veicolo oltre la scadenza dei termini di revisione rischia una sanzione amministrativa che varia da 173 euro a 694 euro. Tale importo può raddoppiare in caso di recidiva, ovvero se il collaudo non sia stato effettuato per più di una scadenza periodica. In più, il CdS dispone la sanzione accessoria del divieto di circolazione del veicolo fino all’avvenuta revisione: in pratica, si consente soltanto di spostarsi per portare il veicolo in revisione. La circolazione durante il periodo di sospensione comporta una multa da 1.998 euro a 7.993 euro, cui si aggiungono 90 giorni di fermo amministrativo e la confisca del veicolo se la violazione viene ripetuta.