L’idea inglese di un grano Ogm per ridurre l’acrilammide? La toppa peggiore del buco

GRANO OGM

Il Regno Unito ha da sempre un rapporto con gli alimenti definibile quantomeno bizzarro da vari punti di vista. Al 2013 risale lo scandalo della carne equina ritrovata nella carne di manzo e anche il caso dei polli pompati con acqua e poi congelati mentre gli anni ‘90 sono ricordati anche per lo scandalo della mucca pazza che tanti danni ha creato alla filiera zootecnica.
La notizia di questi giorni è il forte interesse per ridurre i livelli di acrilammide negli alimenti specie quella presente nei toast attraverso la creazione di un grano Ogm. L’acrilammide è nota per essere pericolosa per la nostra salute, ma vale la pena ricordare che si forma durante la manipolazione dell’alimento. Per intenderci nessun tipo di grano, patata o altri fonti alimentari in partenza contiene dell’acrilammide, ma sono la cottura o la trasformazione a farla produrre finanche a livelli elevati provocando i conseguenti rischi per chi è poi esposto specie fra i più giovani.
Le patate fritte, apprezzate ovunque e a qualunque età, sappiamo essere la fonte più a rischio per i livelli di acrilammide che presentano, in questo caso si sono date delle linee guida con dei valori guida, purtroppo non prevedendo sanzioni per i produttori che non rispettino tali limiti. Per intenderci un po’ come Totò in “Guardie e Ladri” che continua a scappare non intimidendosi per le minacce urlate da Aldo Fabrizi.
Nelle linee guida europee si sottolinea di controllare le temperature di stoccaggio o di trattare le patate prima di cuocerle, quantomeno di scegliere le varietà meno ricche di asparagina che è l’amminoacido responsabile della formazione di acrilammide eppure, non è stata autorizzata la creazione di una patata geneticamente modificata.
Sarebbe stato più semplice perché la patata non si riproduce di solito per seme e una modifica genetica è certamente più stabile non essendoci mescolamento di genoma da generazione a generazione, in pratica mamma patata e patata figlia sono dei cloni naturali.
In UK si è voluto mettere una toppa forse peggiore del buco scegliendo la strada di creare un grano Ogm, modificato ad hoc perché non produca alti livelli di acrilammide.
Questo percorso richiede un gran lavoro di base che però potrebbe essere vanificato dopo poche stagioni di raccolto poiché il grano potrebbe perdere questa caratteristica acquisita artificiosamente.
Quali soluzioni potrebbero essere proposte? Niente più toast sulla tavola non è certo la migliore scelta e imparare a usare il tostapane potrebbe non bastare perché ci affidiamo alla nostra reattività e memoria prima di bere il caffè mattutino.
Viene da chiedersi se affidiamo la nostra incolumità alla tecnologia, vedi le auto a guida autonoma, per esempio. Perché  non si prova ad imporre ai produttori di tostapane di usare un limitatore di temperatura anziché pensare di far usare agli agricoltori  grani modificati?
Volendo creare un tostapane addirittura ultra-avanzato magari si potrebbe con un semplice lettore di colore sensibile alla minima tonalità scura del toast che spenga il riscaldamento ed eviti la formazione dell’acrilammide ad alti livelli.
In conclusione, in questo modo anziché modificare geneticamente una coltura universale come il grano coinvolta nella produzione di mille prodotti da forno, si potrebbero provare soluzioni tecnologiche avanzate.
Le motivazioni per potere accettare un nuovo grano Ogm dovrebbero essere ben più importanti di volere avere toast con poca acrilammide nonostante lo si tosti troppo, mentre pochi euro in più per l’acquisto di un tostapane più tecnologico sono sopportabili con minori problemi etici.