Quarantena fiduciaria, l’Inps non copre più i costi. Per i giorni di assenza rischiano di pagare i lavoratori

Le prossime settimane rischiano di essere esplosive per il mondo del lavoro, e per i contagi da Covid. I tanti lavoratori che ritorneranno dalle ferie, affiancando chi sta già in postazione, troveranno una brutta sorpresa: l’Inps non riconosce più come malattia il periodo che bisogna trascorrere in casa se entrati in contatto con un positivo. Da ora in poi, dunque, a meno di un intervento del governo, nonostante la legge imponga 10 giorni di isolamento domiciliare per chi ha avuto un contratto stretto con un positivo, lo stato non rimborserà al datore di lavoro questi giorni come fa con i normali giorni di malattia. La questione non si pone per quei lavori in cui durante l’isolamento si può fare ricorso allo smart working, ma per chi deve recarsi necessariamente sul posto di lavoro (commessi, impiegati nella ristorazione, ecc), la questione è tutt’altro che facile.

Si rischia di perdere fino a mille euro per un periodo di quarantena

Per loro, se il datore di lavoro si rifiuta di pagare regolarmente lo stipendio per intero, sarà il lavoratore a rimetterci, con perdite di stipendio anche oltre il 30%. Secondo Unimpresa, la perdita può arrivare a mille euro per 2 settimane di assenza. L’Inps aveva riconosciuto la quarantena fiduciaria come malattia per tutto il 2020, grazie a uno stanziamento del governo Conte II di 663,1 milioni. Stanziamento che non è arrivato nel 2021. Secondo le stime di settore, inoltre, ci sarebbero già oltre 200mila lavoratori che sono rimasti a causa per non rischiare di spargere il virus nei primi sei mesi dell’anno in corso, che rischiano di vedersi richiedere i soldi indietro dal datore di lavoro che li aveva anticipati in attesa dell’Inps.

Il rischio che in molti tacciano il contatto con il positivo

Una situazione, quella attuale, che ha comprensibilmente spinto i sindacati a chiedere al governo un “intervento normativo urgente”. Il problema non è solo di carattere economico, ma anche sanitario. Purtroppo, se rimanere a casa per il solo sospetto di aver contratto il virus, costerà così tanto ai lavoratori, il rischio che in molti, soprattutto chi dopo un primo tampone negativo non rileva sintomi, facciano di tutto per nascondere il contatto con il positivo e vadano tranquillamente a lavoro, sarà molto alto. E questo è il contrario dell’interesse del paese.