L’Europa pronta a bandire l’olio essenziale di lavanda

OLIO ESSENZIALE LAVANDA

Uno dei sintomi che si è associato quasi immediatamente al COVID19 è stata la perdita del senso dell’olfatto, chiamata anosmia, che in qualche caso non è stata recuperata al 100% lasciando queste persone derubate di una abilità non secondaria. Infatti, fra i cinque sensi è proprio l’olfatto, più della vista o dell’udito, a far riaprire il cassetto dei ricordi soprattutto quelli più belli. Basta risentire l’erba tagliata di fresco per tornare piccoli sui prati a correre scevri di ogni peso. E chi, davanti al profumo che proviene dalla cucina, non ha voglia di affacciarsi all’uscio per rivedere persone a lui care?

Alla base di tutto c’è l’olfatto e gli oli essenziali sono da sempre utilizzati come cosmetici e perfino come supporto alla gastronomia. Gli oli essenziali sono da sempre trasversali a culture lontane nel tempo e nello spazio come l’Egitto, l’antica Grecia, l’India e si arriva fino alla moderna aromaterapia nata nel 1928. La Francia ha utilizzato gli oli essenziali come medicamenti durante la II Guerra Mondiale. Proprio in questi giorni è la notizia che i nostri cugini d’oltralpe si stiano attivando per affrontare il rischio di vedere proibiti nell’Unione Europea dal 2022 alcuni oli essenziali, fra cui quello di lavanda, in nome di un ambiente “green” e senza molecole tossiche. Come amava dire Tito Livio “La paura è sempre inclinata a veder le cose più brutte di quel che sono”.

E proprio dall’intenzione di Bruxelles, partiamo per questa puntata dei Miti dedicata agli oli essenziali.

L’Unione Europea proibirà l’olio essenziale di lavanda dal 2022 perché lo considera tossico, ma è sbagliato

VERO L’olio di lavanda è utilissimo come “chaperon” di Morfeo permettendoci di dormire più sereni, di ridurre l’ansia e alcune sensazioni di dolore come quello mestruale. Oggi sono molto diffusi nelle case gli aromatizzatori che diffondono gli aromi più graditi e che svolgono una vera azione aromaterapeutica. L’Unione Europea, nel solco del Green Deal, ha come obiettivo quello di ridurre l’esposizione a molecole tossiche per l’uomo da qualsiasi fonte provengano. In altre parole, si sta rivedendo lo stesso processo che si è applicato agli integratori a base di aloe per il contenuto di derivati dell’idrossiantracene. Come insegna Vegezio “Si vis pacem, para bellum” e la Francia, patria di essenze, profumi e oli essenziali, si prepara a contrastare questa decisione speriamo in maniera concertata con altri paesi come l’Italia altrettanto famosa per il suo patrimonio aromatico. Questa decisione dell’Unione Europea è certamente proposta nello spirito di difendere i consumatori, ma non è chiaro perché la mancanza di prove in senso positivo neghi l’uso medico dell’aromaterapia e la scarsa evidenza di evidenti rischi tossicologici collegati al loro utilizzo permetta dei provvedimenti molto restrittivi come quelli prospettati per il 2022.

Non c’è differenza tra essenza o profumo e olio essenziale

FALSO Questi due termini facilmente inducono in errore i consumatori mentre la differenza tra i due prodotti non è da poco. Gli oli essenziali sono naturali e sono estratti da diverse parti di una pianta come resina, legno, frutta, fiori, semi etc. e per ottenerli il processo richiede la distillazione con del vapore, raramente si usano dei solventi chimici, che fisicamente trasporta la parte oleosa che una volta concentrata rappresenta l’olio essenziale mentre l’acqua è detta “acqua floreale”. Quest’ultima è più diluita nella parte odorosa e quindi fornisce meno benefici fossero anche fossero solo sensoriali. Le fragranze profumate non sempre si estraggono da fonti vegetali e possono contenere dei composti sintetici che consentono di avere il profumo desiderato; l’alternativa è  usare dei profumi ottenuti solo a partire da fonti naturali. Alcune delle fragranze possono contenere una ridotta quantità di olio essenziale naturale, ma la maggior parte della loro composizione è sintetica. Usando gli oli profumati sintetici, anziché gli oli essenziali puri, si possono diffondere nell’ambiente alcuni composti non sempre innocui per chi è esposto. Un esempio che può chiarire è quello delle banane da cui non si estrae un olio essenziale in maniera semplice ed economica. L’acetato di isoamile è un vero e proprio aroma artificiale da potere utilizzare in tanti prodotti ad esempio per gelati, yogurt e che viene considerato identico a quello naturale, ma più economico. Prodotti simili sono anche le essenze di caffè o di altri frutti del sottobosco che hanno la caratteristica di essere pari come performance olfattiva, ma di non essere di origine naturale.

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Un olio essenziale non è facile da ottenere e farlo in casa non è possibile

VERO Un olio essenziale altro che non è un estratto di composti volatili che si sciolgono molto bene in alcol o in olio e molto male in acqua. La loro caratteristica è quella di sapere “volare” e raggiungere i recettori olfattivi. Il mix naturale delle piante è perfetto per dare quelle sensazioni impagabili che un vegetale, una tazzina di caffè o anche un bicchiere di vino possono donare alla nostra memoria. Gli oli essenziali, ma anche i profumi sono da considerare come una ricarica mnemonica, tanto che ognuno ha il suo profumo preferito, il suo aroma a tavola più desiderato, il suo bouquet più amato. Ogni piatto che prepariamo, ogni calice di vino o anche un semplice gelato, servono a riaccendere la memoria e riportare a livello di galleggiamento i ricordi belli. Purtroppo, produrre un olio essenziale non è facile. Le temperature usate possono far fuggire o distruggere i composti più caratteristici o trasformarli in altro. Per conservare un olio essenziale, ma anche un profumo, non può bastare un qualsiasi tutorial. L’esperienza di chi sa produrre oli essenziali non è facilmente trasferibile, così come chi li produce non conosce cosa vogliamo che quell’olio ci ricordi. Oggi si diffondono sempre più dei momenti in cui è la combinazione tra un esperto di oli essenziali e chi desidera personalizzarlo a fare la differenza rispetto a prodotti del tutto industriali. Ognuno possiede la sua ricetta preferita per fare una “cacio e pepe” che ricordi l’infanzia o un momento di felicità, ma solo un grande chef farà in modo che tu possa rifarlo senza fare errori di sorta.

Gli oli essenziali si producono solo usando la distillazione a vapore

FALSO È importante che si usino piante officinali, ovvero quelle che hanno caratteristiche erboristiche o medicinali, oppure quelle aromatiche che hanno forti caratteristiche odorose. La distillazione in corrente di vapore, nata circa dieci secoli fa con gli arabi e poi sviluppata col tempo, si può applicare su varie parti della pianta, ad esempio la parte fiorita per la lavanda o solo i fiori per camomilla, violetta, arancio oppure nel caso di vaniglia o di arance si utilizzano i frutti mentre per lo zenzero le radici. Si può anche fare una semplice distillazione con il vegetale immerso direttamente in acqua, oppure facendo flussare il vapore sui vegetali sospesi da cui estraggono gli oli meccanicamente che si concentreranno poi in un raccoglitore. In questo caso, la pianta da cui ricavare l’essenza va in un cestello immerso in un contenitore pieno d’acqua, senza però entrarci in contatto, portata ad ebollizione e il vapore acqueo trasporta in un contenitore con acqua fredda dove l’olio essenziale letteralmente galleggia così da raccoglierlo facilmente. L’acqua calda del contenitore di partenza diviene acqua aromatica, ad esempio l’acqua di rose, che ha un minore concentrazione di aromi. Il tutto permette di estrarre al massimo il 2% della pianta a dimostrazione di quanto sia minima la quantità di queste molecole e di quanto sia efficiente la corrente di vapore. Nel caso dei composti più sensibili a temperature di circa 100°C, è possibile utilizzare la premitura a freddo come negli agrumi, ad esempio l’olio di bergamotto, perchè la procedura è molto meno stressante e più conservativa per gli oli essenziali.

Gli oli essenziali richiedono qualche attenzione per il loro utilizzo

VERO Occorre precisare che l’aromaterapia non può sostituire la medicina tradizionale perché non ha ancora alle spalle dati clinici, sperimentali etc. tali da poterla validare scientificamente, ma può essere utile per riequilibrare le funzioni psichiche ed emotive. Il primo suggerimento è quello di usare oli essenziali puri e 100% di origine naturale per evitare composti sintetici che pur mimando gli effetti sensoriali non sempre assicurano una completa innocuità. Il prezzo fa la differenza, tanto che il rapporto tra un prodotto naturale e uno sintetico è pari a circa 500-1.000 volte in più. I composti presenti negli oli essenziali, pur se naturali, vanno testati con attenzione e inizialmente in maniera diluita per evitare irritazioni alle mucose o alla pelle e si dovrebbero verificare eventuali risposte allergizzanti indesiderate. Utilizzare gli oli essenziali in maniera intensiva o addirittura farne un uso orale è una di quelle cose che andrebbe sempre condivisa con il proprio medico specie se si è in allattamento o in dolce attesa o se si hanno in corso delle terapie farmacologiche. In genere questi oli possono tossici in caso di abuso oppure se esiste una ipersensibilità individuale. I composti che possono dare qualche problema sono i fenoli e alcuni terpeni che irritano pelle o mucose, ma i prodotti di qualità in etichetta riportano anche eventuali processi di eliminazione di queste sostanze dall’olio essenziale grezzo.