Il parlamento Ue chiede a Bruxelles di vietare il glifosato nel 2023, senza ulteriori deroghe, e di ridurre l’uso dei pesticidi, destinando al bio un quarto dei terreni agricoli, e trasformando il 30% del territorio in area protetta. Lo fa con la risoluzione sulla “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 – Riportare la natura nella nostra vita”, approvata in Plenaria con 515 voti favorevoli, 90 contrari e 86 astensioni. “La natura è in declino su scala globale a un ritmo senza precedenti – spiega una nota dello stesso Parlamento – Sui circa 8 milioni di specie esistenti, un milione sono a rischio di estinzione secondo il rapporto Ipbes. Pertanto i deputati accolgono favorevolmente l’ambizione della strategia dell’UE sulla biodiversità di ripristinare, rendere resilienti e proteggere adeguatamente gli ecosistemi entro il 2050. A sostegno della strategia, chiedono una legge dell’UE sulla biodiversità simile alla legge europea sul clima”.
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La risoluzione
I deputati si rammaricano che l’Unione Europea non abbia raggiunto gli obiettivi per la biodiversità entro il 2020 e affermano che la nuova strategia deve affrontare in modo adeguato le cinque principali cause dei cambiamenti: cambiamenti nell’uso del suolo e del mare; sfruttamento diretto degli organismi; cambiamenti climatici; inquinamento; e specie esotiche invasive. Insistono, inoltre, sulla necessità di mobilitare 20 miliardi di euro all’anno per l’azione a favore della biodiversità in Europa. Chiedono inoltre che venga stipulato un “accordo di Parigi” sulla biodiversità in occasione della conferenza delle Nazioni Unite che si terrà a ottobre 2021, durante la quale saranno stabilite le priorità globali in materia di biodiversità per il 2030 e oltre. Ecco i punti approvati con la risoluzione.
Le aree protette dovranno coprire il 30% della superficie terrestre e marina dell’Unione
Anche se l’Unione europea possiede già la più vasta rete di aree protette al mondo, i deputati ritengono che sia necessario un piano UE di ripristino della natura. Ribadiscono la loro richiesta di far diventare aree protette almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell’UE entro il 2030, e di fornire maggiore protezione a tali aree, comprese tutte le foreste primarie e antiche presenti nell’UE. Gli obiettivi nazionali dovrebbero tenere conto di differenze quali dimensione geografica o percentuale di aree naturali.
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Protezione della fauna selvatica
Secondo i deputati, non ci deve essere alcun deterioramento delle tendenze di conservazione e occorre raggiungere uno stato di conservazione favorevole per tutte le specie protette e gli habitat entro il 2030. Inoltre, almeno il 30% delle specie e degli habitat che non hanno uno stato di conservazione soddisfacente dovrebbe raggiungere questo obiettivo. Secondo i deputati, l’UE deve guidare gli sforzi per porre fine al commercio di specie minacciate di estinzione e delle loro parti.
Biodiversità nelle aree urbane
Il Parlamento sostiene l’istituzione di una piattaforma europea per l’inverdimento urbano, insieme a obiettivi vincolanti sulla biodiversità nelle città, quali una percentuale minima di tetti verdi sui nuovi edifici e il divieto di uso di pesticidi chimici.
Api e altri impollinatori
I deputati si oppongono a una nuova autorizzazione del glifosato dopo il 31 dicembre 2022. Tornano a chiedere una revisione urgente dell’iniziativa dell’UE a favore degli impollinatori, affinché includa un ambizioso quadro europeo di monitoraggio degli impollinatori, con obiettivi e indicatori chiari per contrastare il declino di questi insetti, fondamentali per l’ambiente e la sicurezza alimentare. Inoltre, per ridurre l’uso di pesticidi gli agricoltori hanno bisogno di soluzioni di protezione sicure delle colture per l’ambiente.
Verdi Ue: “Ora monitorare lavoro”
“Oggi si raggiunge un primo traguardo nella lunga strada verso la tutela della biodiversità – dice la delegazione italiana dei Greens/EFA composta da Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini – Gli obiettivi proposti dalla Commissione da conseguire entro il 2030 diventano giuridicamente vincolanti”, “Resta ora da monitorare il lavoro della Commissione e verificare se effettivamente darà seguito alla richiesta dei rappresentanti dei cittadini europei per una legge sulla biodiversità entro il 2022. L’auspicio è anche che venga istituito un gruppo di esperti indipendenti, in grado di valutare se le misure europee siano coerenti con gli obiettivi della strategia sulla biodiversità, e in caso contrario, avanzare proposte in tal senso”, aggiunge Eleonora Evi.
Anche i sindacati agricoli hanno chiesto lo stop al glifosato
Attualmente l’uso del glifosato è ammesso nell’UE fino al 15 dicembre 2022. Pochi giorni fa era stata l’Effat, la Federazione europea dei lavoratori alimentari, agricoli e del turismo, alla quale aderiscono anche i sindacati italiani come la Flai Cgil, a prendere una posizione netta contro il glifosato, l’erbicida probabile cancerogeno per la Iarc dell’Oms: “La protezione della salute dei lavoratori agricoli è la priorità numero uno. L’Effat chiede un divieto immediato del glifosato nel processo di rinnovo, che terminerà nel 2022″. Il glifosato, un erbicida sintetico brevettato nel 1974 dalla Monsanto Company e ora prodotto e venduto da molte aziende in centinaia di prodotti, è stato associato al cancro e ad altri problemi di salute. Il glifosato è meglio conosciuto come ingrediente attivo negli erbicidi a marchio Roundup e come erbicida utilizzato con gli organismi geneticamente modificati (OGM) “Roundup Ready”. Nel 2015, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno per l’uomo” dopo aver esaminato anni di studi scientifici pubblicati e sottoposti a revisione paritaria. Il team di scienziati internazionali ha scoperto che c’era una particolare associazione tra glifosato e linfoma non Hodgkin.