Il mondo del bio contro i nuovi Ogm: “Non tutelano la nostra qualità”

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“L’esclusione delle Ngt – Nuove Tecniche Genomiche – dal quadro giuridico esistente che si applica agli Ogm per l’agricoltura e il cibo potrebbe compromettere i sistemi agro-alimentari biologici, poiché renderebbe impossibile tracciare gli Ogm lungo la catena alimentare e quindi evitare contaminazioni che, oltre a causare perdite economiche, non consentirebbero di soddisfare gli standard di qualità biologica e le aspettative dei consumatori”. Questa la principale preoccupazione espressa dalle associazioni del biologico in una lettera indirizzata al ministro dell’Agricoltura italiano: Aiab, FederBio, AssoBio e l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica chiedono in merito a questo un’esplicita protezione del settore biologico e in particolare la protezione per le eccellenze del Made in Italy nel contesto europeo.

Perché parlare adesso di Ogm?

L’argomento è molto attuale dal momento che l’Unione europea sta mettendo a punto un quadro giuridico per i nuovi Ogm, ovvero quelli ottenuti con l’editing genomico. In realtà – come spieghiamo sul numero in edicola del Salvagente (che si può acquistare anche qui) – non è ancora chiaro se il sistema CRISPR-Cas9 debba o meno avere nuove e diverse regole rispetto a quelle dei “vecchi” Ogm. La Corte di giustizia si è espressa in maniera contraria all’ipotesi di un nuovo regolamento ma l’opinione non sembra essere condivisa dalla Commissione europea con tutte le conseguenza del casa, comprese quelle sul settore biologico. Da qui la preoccupazione delle associazioni che si sono rivolte al ministro.

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“L’affermazione secondo cui le NGT (Nuove Tecniche Genomiche) contribuirebbero agli obiettivi del Green Deal e F2F – scrivono le associazioni – si basa su ipotesi relative a colture che potrebbero essere sviluppate in futuro e non su quelle (poche) pronte per il mercato o in fase di applicazione. Inoltre, realizzate solo con un adattamento della legislazione che non risulta fondata. La legislazione esistente a livello europeo, infatti, non vieta gli Ogm e consente la commercializzazione dei prodotti delle NGT se queste superano la valutazione del rischio, lasciando al mercato il giudizio sull’utilità o meno di questi prodotti. La Corte di Giustizia Europea si è già pronunciata su tale regolamentazione affermando che il quadro giuridico sugli OGM è idoneo a disciplinare anche le Nuove Tecniche Genomiche per una rigorosa valutazione del rischio e per garantire tracciabilità ed etichettatura a tutela del consumatore e delle produzioni bio”.

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A prescindere da quale sarà l’orientamento prevalente, quella degli Ogm resta materia assai controversa, divisiva su cui difficilmente si riesce a trovare un punto d’accordo. Proprio partendo da quello che sarà il futuro delle tecniche genomiche e della loro futura regolamentazione, nel numero in edicola abbiamo cercato di tracciare la storia degli organismi geneticamente modificati dal loro ingresso in scena nel 1996. Abbiamo cercato di fare il punto sulle promesse che sono state accompagnate al loro lancio e a quelle non mantenute ascoltando due pareri opposti.