In Sicilia scatta l’allerta per il virus che uccide pomodori e peperoni

VIRUS POMODORI

In Sicilia scatta l’allarme per la diffusione in provincia di Ragusa del ToBRFV (Tomato Brown Rugose Fruit Virus) il virus che attacca pomodori e peperoni decimando i raccolti e minacciando le piante di renderle sterili.

Il virus prende il nome dalle caratteristiche macchie rugose marroni, e i sintomi più frequenti dell’infezione, che possono variare a seconda di cultivar, condizioni climatiche e stagionalità, sono visibili su foglie (clorosi, macchie necrotiche) e su frutti (macchie gialle, brune, deformità, maturazione irregolare). Il virus è altamente infettivo e può danneggiare tra il 30 e il 70% delle piante di pomodoro e peperone e si trasmette facilmente per contatto e può persino sopravvivere sulle superfici. Secondo quanto riferito dagli esperti, non solo sono a rischio i raccolti, ma anche le colture di pomodori e peperoni perché la malattia riduce la resistenza della pianta rendendola quasi sterile.

La Regione Sicilia per contenere la diffusione del virus, in una provincia vocata alla produzione del pomodoro e pomodorino da insalata, ha disposto misure fitosanitarie obbligatorie. Una decisione che lascia perplessi perché nel 2020 in Francia, l’Ansens l’Agenzia per l’alimentazione, l’ambiente e la salute lavoro, di fronte alla presenza del virus aveva lanciato l’allarme proprio perché “non esiste trattamento per il momento”.

Secondo l’Anses, il virus “può essere trasmesso da semi, piante e frutti infetti, così come da un semplice contatto, sopravvive a lungo senza perdere il suo potere contagioso e oggi non esistono trattamenti o varietà resistenti”. Tutte le colture sono potenzialmente esposte, dalle grandi serre dei produttori di ortaggi a poche piante nell’orto familiare. Per questo l’Agenzia francese ha formulato una serie di raccomandazioni per evitare la diffusione del virus: attuazione di un piano nazionale di sorveglianza e rilevazione, sradicamento e distruzione da parte di incendi di piante contaminate.

Intanto il ToBRFV si sta diffondendo rapidamente anche a Malta, al punto che il ministero dell’Agricoltura ha imposto il divieto delle importazioni dalla Sicilia per almeno sei mesi.

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