I risultati del nostro test – 7 oli comunitari extravergine su 15 sono stati declassati a vergini – arrivano in Francia dove Foodwatch, Ong esperta in sicurezza alimentare, ha rilanciato in un lungo articolo la nostra inchiesta ripreso poi anche da altri media.
L’autorevole Ong punta il dito però contro la Repressione e frodi francese rea di non aver diffuso i nomi dei marchi risultati “non conformi” ai controlli pubblici. “L’olio d’oliva – scrive Foodwatch – è uno dei prodotti più contraffatti. I controlli effettuati dalla DGCCRF (Repressione delle frodi) in Francia nel 2018, su 227 stabilimenti e 126 campioni, hanno rivelato un tasso di non conformità del 49% dei prodotti: in altre parole, uno su due. Un dato che purtroppo risuona con i risultati dei test effettuati in Italia“.
Proprio per questo motivo l’Ong ha avviato da tempo una petizione (che ha raccolta già 25mila firme) rivolta ai ministri ai ministri dell’Economia e dell’Agricoltura per chiedere “maggiore trasparenza” sull’olio venduto nei supermercati.
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(In questa pagine alcuni screenshot di siti francesi che hanno ripreso la notizia della nostra inchiesta sull’olio extravergine)