La Commissione Europea ha fatto un primo passo verso la deregolamentazione dei nuovi ogm. Con uno studio presentato nei giorni scorsi, l’esecutivo europeo ha sottolineato che le nuove tecniche di miglioramento genetico potrebbero ridurre l’uso di pesticidi, in linea con gli obiettivi del Green Deal e della Farm-to-Fork Strategy. La conclusione principale dello studio è che la precedente legislazione sugli OGM è obsoleta e inadatta ai recenti sviluppi tecnologici. Nella sua lettera alla Presidenza portoghese, la Commissione europea afferma che “intende avviare un’azione politica” sugli impianti derivati ​​da nuove tecniche. Questo è un chiaro primo passo verso la deregolamentazione di queste tecniche, il che significherebbe l’assenza di controlli di sicurezza per il ambiente o salute pubblica, né etichettatura dei consumatori.
Una conclusione che si pone al lato opposto rispetto allo studio presentato in settimana dai Greens/EFA, secondo il quale anche le nuove tecniche operano una manipolazione genetica, pertanto anche i nuovi OGM dovrebbero rientrare nella legislazione vigente sugli OGM tradizionali, sottoponendosi alle stesse rigide norme in materia di autorizzazione ed etichettatura.
“I cittadini hanno il diritto di decidere autonomamente se acquistare alimenti ottenuti con l’ingegneria genetica. Requisiti di etichettatura chiari offrono libertà di scelta ai consumatori. Le persone devono poter scegliere se gli alimenti prodotti con l’intervento dell’ingegneria genetica finiscono nel loro piatto, indipendentemente dal fatto che siano utilizzati nuovi o vecchi metodi di ingegneria genetica” – commenta Eleonora Evi, eurodeputata di Europa Verde, titolare in Commissione ambiente.
Per il Corporate Europe Observatory, questo rapporto è “un chiaro primo passo verso la deregolamentazione di queste tecniche, il che significherebbe che non ci sarebbero controlli di sicurezza per l’ambiente, la salute pubblica o l’etichettatura dei consumatori”. La conclusione cui giunge la Commissione deve essere considerata anche alla luce della  campagna di lobby decennale da parte dell’industria GM e degli sviluppatori che chiedono la deregolamentazione degli OGM e in particolare delle nuove tecniche.
Nina Holland, ricercatrice del Corporate Europe Observatory, ha dichiarato: “La DG SANTE ha chiaramente ascoltato più la lobby biotech che chiunque altro. Il suo studio sui nuovi OGM è un altro esempio del peso da parte delle imprese nel processo decisionale dell’UE. Ciò è iniziato proprio dalla consultazione delle parti interessate estremamente parziale della Commissione che ha alimentato questo studio, favorendo le voci del settore “.
La Commissione sta approfittando delle affermazioni dei lobbisti della biotecnologia sui benefici che secondo loro i nuovi OGM avranno per un’agricoltura sostenibile. Tuttavia, non è stata ancora presentata alcuna domanda per un nuovo OGM che presenti una soluzione credibile a nessuno dei problemi urgenti affrontati oggi dall’agricoltura. Il primo OGM realizzato con CRISPR-Cas per il quale è stata richiesta l’autorizzazione, invece, è un mais tollerante al pesticida glufosinato. Le colture tolleranti agli erbicidi rappresentano uno dei modelli di produzione più insostenibili a cui il Green Deal europeo doveva porre fine.
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