La Danone, a partire dal Belgio, sostituirà in etichetta la data di scadenza con il Tmc, il Termine minimo di conservazione, ovvero con l’indicazione “consumare preferibilmente entro…”. La scelta, spiega l’azienda, è per contrastare lo spreco di cibo visto che ogni anno il 10% degli 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari è “provocato” dalla data sui prodotti.
Tuttavia, fonti della Commissione europea interpellate dal portale Euractiv invitano alla “cautela” la multinazionale con sede a Parigi in quanto stiamo parlando di prodotti lattiero-caseari deperibili che per loro natura – onde evitare conseguenze alla salute del consumatore – devono essere mangiati entro e non oltre la data di scadenza.
Il Regolamento 1169/11 disciplina l’attribuzione della data di scadenza, che ha a che fare con la sicurezza dell’alimento (significa che gli alimenti non possono essere mangiati dopo questa data, indipendentemente dal loro aspetto), e il Tmc che in alcuni paesi viene declinato in etichetta con “meglio prima”, che invece si riferisce alla qualità , il che significa che dopo quella data il cibo è ancora sicuro da mangiare dopo questa data anche se può perdere le caratteristiche organolettiche.
Per le aziende avere prodotti con una vita “a scaffale” più lunga significa naturalmente vendere di più e programmare meglio le produzioni.
Sebbene Danone non fosse tenuto a informare la Commissione in anticipo sulle intenzioni in merito alla marcatura della data, precisa Euractiv, gli operatori del settore alimentare dovrebbero essere in grado, se richiesto, di giustificare la scelta della data utilizzata, secondo la fonte dell’Ue. Tuttavia, non spetta alla Commissione richiedere tali giustificazioni, poiché sono le autorità nazionali competenti dei paesi in cui Danone collocherà tali prodotti che sono responsabili del monitoraggio dell’applicazione delle disposizioni del regolamento, ha concluso il funzionario dell’Ue sentito da Euractiv.
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