È di questi giorni la notizia di un uomo morto avvelenato dopo aver mangiato del finto zafferano colto durante una passeggiata in montagna. Questo caso dimostra quanto sia rischioso raccogliere da soli le spezie. Il “falso zafferano”, il colchico d’autunno, è una pianta velenosa che viene spesso confusa con l’aglio dell’orso (Allium ursinum) e più raramente con il porro selvatico (Allium polyanthum). Fiorisce soprattutto in questo periodo, in particolar modo nelle campagne francesi, motivo per cui l’Agenzia di sicurezza della salute d’oltralpe ha lanciato un allerta rivolto a quanti si dedicano alle passeggiate tra i campi di prestare particolare attenzione e soprattuto di non improvvisarsi “cacciatori” di erbe se non si conoscono a fondo le caratteristiche di ogni arbusto.
Si tratta, infatti, di piante velenose che nascondono al loro interno la colchicina, un alcaloide altamente tossico (tra i vari effetti impedisce la formazione del fuso mitotico nelle cellule e quindi favorisce la poliploidia) contenuto soprattutto nei semi della pianta, ma anche nel bulbo. Se ingerito causa bruciore alla bocca, nausee, coliche, diarrea sanguinolenta, delirio e morte. A volte la sola manipolazione del fiore può causare danni alla pelle. Questa sostanza viene definita anche “arsenico vegetale”. Oltre all’alcaloide descritto, queste piante contengono altre sostanze come colchicoside, grassi vari, gomme, resine, tannino, olio e acido gallico. Per la sua pericolosità è una “pianta non ammessa” dal Ministero della Salute nella preparazione degli integratori alimentari.
L’avvelenamento da confusione derivante dalla raccolta di piante commestibili non è raro. Ogni anno, la rete di centri antiveleni registra circa 250 casi di piante velenose che si mescolano con piante commestibili. Il consiglio è di affidarsi a canali di vendita autorizzati e, se proprio volete dei consigli su come usare le spezie su ogni piatto, nel numero di maggio 2020 del Salvagente c’è una guida “Ad ogni piatto la sua spezia” che riporta anche i risultati di un nostro test che dimostra come spesso oltre all’origano puro nelle confezioni finisca anche molto altro. Non certo pericoloso ma di sicuro non della stessa qualità .
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