Anche il biologico tra le armi per affrontare la piaga della xylella, che ha decimato gli ulivi secolari in ampie zone della Puglia. La Regione ha infatti deciso di autorizzare per il contrasto al famigerato batterio anche prodotti naturali ammessi per l’agricoltura biologica e non solo pesticidi di sintesi.
Il pericolo che i pesticidi diventassero obbligatori anche per oasi e aziende bio
“La ragionevolezza della Regione ha evitato uno scontro dal quale tutti sarebbero usciti sconfitti”. Ha commentato il delegato del WWF Italia per la Puglia, Nicolò Carnimeo, dopo la dichiarazione con cui l’Assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, ha ufficializzato la decisione della Regione. Viene così scongiurato quanto inizialmente proposto nella bozza del Piano di azione per il contrasto e diffusione della Xylella presentato nelle settimane scorse dalla Direzione del Dipartimento Agricoltura della Puglia che, secondo il Wwf, avrebbe messo a repentaglio un terzo delle aziende agricole biologiche pugliesi e determinato un grave impatto sulla biodiversità nel sistema delle aree naturali protette regionali.
Il braccio di ferro
Le associazioni ambientaliste e del biologico avevano inviato delle note tecniche contenenti proposte per garantire anche l’uso di pesticidi naturali nelle numerose aziende agricole certificate in biologico e nelle aree naturali protette, comprese le due oasi Wwf di Torre Guaceto e delle Cesine. La Regione Puglia non aveva inizialmente tenuto conto dell’articolo 10 del Regolamento di Esecuzione Ue 2020/1201 della Commissione relativo alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa, nel quale è indicato che si devono privilegiare le soluzioni non chimiche, favorendo invece quelle biologiche e meccaniche. Il Wwf ha sottolineato anche l’evidente contrasto della bozza del Piano regionale con il Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, scaduto dal febbraio 2018, che fa specifico riferimento alle aree naturali protette prevedendo la possibilità di “limitazioni o divieti di impiego dei prodotti fitosanitari”. Il Wwf ha dunque proposto l’esonero delle aziende agricole biologiche e di quelle ricadenti nei Parchi, nelle Riserve Naturali e nei siti Natura 2000 dall’obbligo di effettuare i trattamenti fitosanitari con sostanze chimiche di sintesi e la riduzione della fascia dove realizzare i trattamenti con questi pesticidi, evitando così la perdita della certificazione dei prodotti biologici con un conseguente grave danno economico per gli agricoltori ed un impatto insostenibile su specie ed habitat protetti.
Wwf: Le alternative esistono, basta che la politica lo voglia
Per Franco Ferroni, Responsabile agricoltura del WWF Italia, “ringraziamo la Regione Puglia che ha fatto la scelta giusta utilizzando in buon senso per questa importante decisione che salvaguardia le produzioni agricole biologiche e la biodiversità nelle aree naturali protette pugliesi. L’auspicio è che il confronto costruttivo avviato con la Regione prosegua per trovare una soluzione sostenibile e definitiva per il contrasto alla xylella. Le alternative all’uso dei pesticidi di sintesi esistono serve solo la volontà politica per metterle in atto con saggezza e lungimiranza”.
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