
Caro Salvagente, mio figlio, titolare di contratto Infostrada stipulato nel 2018 per la fibra a casa, dal 26 ottobre 2020 non ha più avuto connessione. Con due diversi interventi tecnici, di personale inviato da Infostrada prima e dalla Tim il giorno seguente, ci comunicavano l’interruzione del cavo a 125 metri da casa.
Il 28 dicembre, non avendo ancora risolto nulla, abbiamo richiesto a Infostrada, oggi WindTre, la risoluzione del contratto per la mancata fornitura del servizio, con rimborso delle fatture pagate nel periodo di mancata copertura e risarcimento secondo quanto previsto dalle condizioni del contratto.
Infostrada ha inviato fattura di 217,82 euro per rata modem, rate modem future, disattivazione anticipata etc. , come se fosse stata un vezzo nostro interrompere il contratto e non una necessità dettata dall’impossibilità a connettersi per mancanza del segnale.
Una prevaricazione, questa, che mi ha spinto a scrivervi e che ci costringerà ad adire le vie legali – Corecom in primis – per porre fine ad una questione che la Windtre avrebbe dovuto risolvere immediatamente.
P.S. ha attivato anche un contratto – non richiesto – su SIM per 50 Gb
Francesco Milone
Caro Francesco, abbiamo chiesto a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia, un commento su questa vicenda che anche a noi sembra davvero poco rispettosa dei diritti del consumatore.

Il tempo trascorso, in permanenza di mancato funzionamento, è notevole se consideriamo anche il periodo particolare e le aumentate esigenze di connessione per attività legate alla vita quotidiana se non addirittura ad esigenze lavorative e quindi, è comprensibile la richiesta di cessazione del contratto.
Nessun gestore però, in prima battuta, riconoscerà l’esistenza di una causa non imputabile al cliente, e quindi stornerà direttamente i costi legati alla chiusura del contratto, di conseguenza sarà necessario avviare apposita procedura per vedere riconosciute le proprie ragioni.
Sulle rate del modem il ragionamento però è diverso in quanto, suppongo, che l’apparato in questione sia stato acquistato dal signor Milone dal proprio gestore, acquisto che prevede un pagamento in rate mensili addebitate in fattura: in sintesi il modem è di proprietà del lettore, e il costo è suddiviso in rate.
Chiudendo il contratto, il residuo è stato addebitato in un’unica soluzione. Considerando però la natura della cessazione, per questi importi si sarebbe potuto prevedere di continuare a pagarli sempre a rate ma, comunque, il residuo va saldato.
Diverso è il ragionamento per eventuali costi di chiusura, perché questi dovrebbero essere stornati per mancato rispetto del contratto.
Per l’ultimo aspetto relativo alla Sim dati non richiesta: se non è stato concluso alcun contratto su questo servizio, va fatto un disconoscimento e contestata l’attivazione.
Ad ogni modo, essendoci in ballo diversi profili poco chiari che impattano su questa vicenda, direi di contestare formalmente tutte le anomalie e gli addebiti non corretti, richiedendo anche lo storno delle fatture per i periodi in cui non si è usufruito del servizio e 









