Lo scandalo del conflitto di interessi di Agea che tutti conoscevano

AGEA

“Non basta cedere le quote per risolvere il conflitto d’interessi che lo ha visto dalla parte del controllore e del controllato”. Saverio De Bonis, senatore del gruppo misto-Maie, e membro della commissione Agricoltura non molla la presa sul caso di Gabriele Papa Pagliardini, manager a capo dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) ma anche fino a poco tempo fa azionista di Agrirevi Spa, società di revisione e certificazione di bilancio di Coldiretti.

Commissione Ue: solleciteremo le autorità italiane a fare chiarezza

E a far fare un timido passo indietro a Papa Pagliardini sono state proprio le interrogazioni, prima quella in Parlamento di De Bonis, e poi quella a firma di Rosa D’Amato, Ignazio Corrao, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini (Verdi Europei)a Bruxelles. Secondo Pedicini “la Commissione ci informa che solleciterà le autorità italiane competenti affinché siano adottate tutte le misure necessarie per correggere una situazione chiaramente in contrasto con le regole europee”.

De Bonis: “Bellanova sapeva e non ha fatto nulla”

Ma intanto la questione rimane lì sul tavolo, così come molte altre, spiega Saverio De Bonis. “Il ministro competente avrebbe dovuto prendere delle decisioni nei confronti di Papa Pagliardini, invece alla Bellanova la cosa è scivolata addosso – spiega il senatore riferendosi all’ex ministro alle Politiche agricole – La nomina all’Agea la decide il ministro, per cui se il direttore della principale agenzia di erogazione, sei miliardi all’anno di aiuti agli agricoltori, ha conflitti d’interessi con la maggiore organizzazione nazionale che di questi 6 miliardi ne percepisce più della metà per i suoi agricoltori, qualche domanda il ministro se la deve fare. Questo è imparziale o fa il tifoso per una squadra? Lui ha fatto il tifoso, ora ha cancellato la tessere della squadra e pensa di aver risolto il problema”. 

La causa degli agronomi autonomi: “penalizzati dalle nuove regole”

Secondo De Bonis, il direttore di Agea, oltretutto, avrebbe gestito male altre partite cruciali di sua competenza: “C’è una causa fatta dai tecnici, oltre 2500 liberi professionisti penalizzati. Gli agrotecnici, i periti agrari, gestiscono i centri di assistenza agricola che istruiscono le pratiche per l’accesso ai contributi. Il grosso del lavoro lo fanno le organizzazioni di categoria, ma c’è anche una parte importante di gente che non vuole andare da nessun sindacato e vuole andare dal suo agronomo di fiducia a farsi fare la domanda. I grandi gruppi sindacali tanto hanno brigato da convincere Papa Pagliardini a riformare la convenzione, e la nuova ha adottato criteri escludenti nei confronti dei piccoli professionisti, come il bisogno di assunzione che per i liberi professionisti non ha senso”. Inoltre, De Bonis punta il dito anche contro i ritardi nei servizi: “Agea ad oggi non garantisce un servizio adeguato alle aziende agricole che hanno i propri diritti negati dalle aumentate falle informatiche del sistema”.

La palla al nuovo ministro Patuanelli

Per questo, il senatore membro della commissione Agricoltura del Senato, insieme al suo gruppo parlamentare auspica “che il nuovo ministro, Patuanelli, nel momento in cui apprenderà lo stato dell’arte, prenda una decisione politica, faccia chiarezza dentro l’Agea, e metta persone veramente indipendenti, non tifose a nessuna squadra sindacale, per dare il massimo servizio possibile a tutti gli agricoltori, senza discriminazione di sorte”.

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