Il Governo sloveno ha notificato alla Commissione Europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli Aceti che, oltre a porsi in netto contrasto con gli standard comunitari e con il principio di armonizzazione del diritto europeo, cerca di trasformare la denominazione “aceto balsamico” in uno standard di prodotto. In altre parole, se questa richiesta venisse accolta, qualsiasi miscela di aceto di vino si potrà vendere come aceto balsamico. “Un’operazione illegittima” l’hanno definita i consorzi che tutelano l’aceto balsamico di Modena che chiedono al governo di non mancare l’appuntamento del 3 marzo quando scadrà il temine per presentare l’atto di opposizione.
Qualche anno fa, la Corte di Giustizia aveva dato torto al Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena che chiedeva dia tutelare l’uso del termine “balsamico”: la Corte infatti, in quella occasione, aveva concluso che l’Igp, l’Indicazione geografica protetta, è tutelata e tutelabile solo nella parte “geografica” della denominazione (il nome completo con la città di riferimento) e questo ovviamente apre la possibilità di poter usareliberamente i termini “aceto balsamico” sul mercato.
“Secondo la nuova norma slovena, qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato si potrà chiamare, e vendere, come ‘aceto balsamico’ – afferma il direttore del Consorzio Aceto Balsamico di Modena Federico Desimoni – con grande offesa della tradizione e degli sforzi fatti dai produttori delle eccellenze modenesi che insieme all’attività di divulgazione dei Consorzi lo hanno reso famoso nel mondo”.
“Ci troviamo – commenta la presidente del Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp Mariangela Grosoli – nuovamente di fronte a una situazione che rischia di danneggiare non solo il comparto dell’Aceto Balsamico di Modena ma tutto il sistema delle Dop e delle Igp italiane. Sarà fondamentale, anche stavolta, fare leva sulla collaborazione delle Istituzioni: il Ministero Politiche Agricole, e in particolare la Direzione Qualità, che ringrazio per il prezioso sostegno nella tutela del nostro settore, già direttamente coinvolta e al lavoro sul dossier”.
L’inaccettabile scippo del nome di aceto balsamico da parte della Slovenia mette a rischio un miliardo di euro di valore al consumo e rappresenta un attacco all’intero sistema del Made in Italy di qualità. È quanto denuncia la Coldiretti secondo cui l’iniziativa slovena rischia anche di andare a ingrossare il mercato internazionale del falso made in Italy che fattura già oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che nulla hanno a che fare con la realtà nazionale. La manovra slovena sull’aceto balsamico, conclude la Coldiretti, rischia dunque di diventare un precedente pericoloso contro il quale occorre attivarsi immediatamente a livello comunitario per garantire la difesa di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy.
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