Il sesamo contaminato è la punta dell’iceberg: in Europa su 907 sostanze vietate solo 176 vengono controllate sul cibo che arriva da fuori

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Lo scandalo del sesamo contaminato rivela l’ingenuità delle autorità europee di controllo sulle importazioni alimentari. L’accusa, dati alla mano, viene dal senatore francese Laurent Duplomb, che ha presentato una relazione informativa sulla questione nell’ambito della commissione per gli affari economici. A riportare i contenuti della relazione è il magazine 60 millions de consommateurs. Per Duplomb, le carenze dei controlli europei sono evidenti a partire dalla “filosofia del sistema europeo” che si basa “sulla sincera fiducia nei suoi partner commerciali”: i controlli rafforzati vengono decisi solo quando è già stato stabilito un fallimento. Il resto del tempo, le autorità prediligono i controlli documentali (verifica della conformità dei certificati, ad esempio) e si affidano a certificatori di terze parti, piuttosto che prelevare essi stessi campioni dalle merci.

Vietati… ma non controllati

Come già raccontato dal Salvagente, infatti, l’ossido di etilene non è stato ricercato né durante i controlli ufficiali né durante gli autocontrolli effettuati dagli importatori. Tant’è che, per mancanza di richieste, i laboratori avevano smesso di offrire queste analisi nel loro catalogo. All’inizio dell’allerta, solo sette laboratori sono stati in grado di analizzare questa molecola in tutta Europa, secondo il rapporto. È questa probabilmente è una delle falle principali del sistema di controlli. “Tutto sta accadendo come se fosse impossibile che questa sostanza possa essere utilizzata all’estero, poiché è vietata nell’Unione europea da alcuni anni …” spiega Laurent Duplomb. Delle sostanze vietate in Europa, ce ne sono centinaia anche queste praticamente non controllate. Secondo il rapporto, l’Unione europea elenca 1.498 sostanze attive e ne vieta 907. Tuttavia, il piano di controllo europeo prevede solo 176 sostanze da analizzare. “Per quanto riguarda le 1.498 sostanze da controllare, ciò significa che oggi più di 900 sostanze attive non sono quasi mai controllate dalle autorità sanitarie, sottolinea il relatore. Questo dato, ben noto agli operatori esteri, è ovviamente una fonte di potenziali soluzioni alternative”.

Più risorse

Duplomb, infine, dà una sua ricetta per superare l’empasse: i fronte all’aumento dei volumi di cibo importato, è imperativo rafforzare i controlli, estendere l’elenco dei residui di pesticidi ricercati, effettuare controlli fisici più casuali, essere più vigili rispetto alla certificazione di terze parti enti, aumentare le risorse a disposizione dei controllori.