Sta diventando uno dei nemici pubblici europei. Tanto diffusa in Europa, da non essere più eradicabile, è una minaccia per la biodiversità e soprattutto è uno degli allergeni più potenti, “un importante problema di salute pubblica” secondo l’Anses, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria francese, che ha appena quantificato il suo costo sbalorditivo per la comunità.
Tra l’1,7% e il 5,4% della popolazione francese sarebbe diventata allergica al polline di Ambrosia artemisiifolia, secondo il rapporto pubblicato il 3 dicembre dall’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con costi enormi per la comunità. Solo in visite e farmaci, le cure mediche delle allergie causate da questa erba peserebbero tra i 59 e i 186 milioni di euro all’anno, a cui vanno aggiunti tra i 10 e i 30 milioni di euro per interruzioni della produzione e del lavoro. Se si tiene conto anche “dei costi della perdita della qualità della vita per le persone allergiche”, il conto sale ulteriormente da 346 a 438 milioni di euro, secondo lo stesso studio. E questo bilancio, a occhio e croce, non è molto diverso al di qua delle Alpi, dove molte Arpa hanno già consigliato azioni di contenimento di questa pianta.
Anche l’Anses, chiede un controllo rigoroso della propagazione della pianta, raccomandando l’istituzione di “normative specifiche in aree di prima linea” con “la nomina di un referente per l’ambrosia, responsabile dell’attuazione della lotta sul campo” ma anche di un maggior coinvolgimento dei settori edile e agricolo “per sensibilizzare al rischio esistente e promuovere l’adozione di buone pratiche” come “pulizia macchine e gestione terreni contaminati”.
Da dove viene l’Ambrosia
L’Ambrosia artemisiifolia o ambrosia con foglie di artemisia è una pianta erbacea nativa del Nord America (Canada e Usa), alta da 20 a 90 cm, con fiori poco appariscenti, giallastri o verdognoli, presenti da fine luglio a fine settembre. È arrivata accidentalmente in Europa insieme a sementi e mangimi alla metà del XIX secolo, ma ha iniziato l’invasione territoriale solamente da 20-25 anni.
Da quel momento la diffusione sembra inarrestabile, grazie anche alla proprietà della Ambrosia di produrre fino a 3000 semi per pianta i quali, maturi, cadono al suolo dove si accumulano e possono germinare anche dopo 40 anni. I semi possono anche essere dispersi dagli uccelli e dai corsi d’acqua ma soprattutto dall’uomo in modo involontario (ad esempio tramite il trasporto di terra o con i macchinari agricoli ed edili). Nei campi coltivati (soprattutto di mais, di girasole e di leguminose) consuma molta più acqua delle piante coltivate e rende sgradito il raccolto destinato all’alimentazione degli animali.
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Senza contare che la competizione con la flora autoctona causa una diminuzione della biodiversità.
Un potente allergene
Il polline è un allergene molto potente e induce sia sintomi da inalazione (riniti, congiuntiviti) sia manifestazioni da contatto (dermatiti). Per non parlare dell’asma, che sembra essere associata più spesso all’ambrosia che ad altri pollini allergenici (betulla, cipresso ed erbe).
Ogni pianta può produrre fino a 1 miliardo di granuli pollinici, che nelle giornate secche e ventose possono essere trasportati per molti chilometri.
È talmente diffusa in Europa da non essere più eradicabile; per motivi sanitari, però, la lotta contro questa pianta è obbligatoria in molti paesi ed è finalizzata ad evitare che produca il polline. Procede quindi con più sfalci progressivi, rispetto ai quali occorre ricordare due semplici precauzioni: non compostare il materiale sfalciato e non spostare il suolo in cui sono depositati i semi.