Il diesel gate delle elettriche: le plug-in inquinano fino a 12 volte più del dichiarato

AUTO ELETTRICHE

Amiche dell’ambiente? Non come dovrebbero. Un nuovo scandalo, sullo stile del diesel gate, rischia di abbattersi sulle auto elettriche ibride plug-in: le emissioni di CO2 dichiarate dai costruttori sarebbero molto più basse e quindi questi modelli inquinerebbero fino a 12 volte in più di quanto pubblicizzato. È quanto emerge dai test condotti dalla Ong T&E, Transport & Environmentscarica qui il report completo – su tre modelli di PHEV (Suv ibridi plug-in) Bmw X5 (modello con la gamma EV più lunga disponibile), la Volvo XC60 e la Mitsubishi Outlander. Se poi consideriamo che i governi europei, compreso quello italiano, riconoscono incentivi fiscali ai costruttori e ai consumatori che vogliono passare a una “motorizzazione verde”, il fatto che vengano truccate le emisisoni di anidride carbonica è ancora più grave.

I risultati dei tes: “Finte auto elettriche”

Nei test di Emissions Analytics, la Bmw X5, la Volvo XC60 e la Mitsubishi Outlander hanno emesso tra il 28-89% in più di CO2 rispetto a quanto pubblicizzato, con batteria completamente carica e in condizioni ottimali. Con la batteria scarica, invece, hanno emesso dalle tre alle otto volte in più rispetto ai valori ufficiali. Se guidati con la batteria in ricarica, cosa che potrebbe diventare comune tra gli automobilisti, che la ricaricano prima di utilizzare la modalità elettrica nelle zone a basse emissioni, i veicoli PHEV emettono da tre a 12 volte di più.

Spiega Veronica Aneris, direttrice per l’Italia di T&E: “I test effettuati confermano che le auto ibride plug-in sono solo finte auto elettriche che fanno molto poco per il clima, ricevendo al contempo un’enorme quantità di sussidi. La Finanziaria 2021 dovrebbe mettere fine a questo spreco di soldi pubblici, che sarebbero molto meglio utilizzati se investiti nello sviluppo di una capillare ed efficiente rete di ricarica per veicoli elettrici puri. Questo è ciò di cui l’Italia ha bisogno ora per permettere alle soluzioni realmente a zero emissioni di accedere al mercato di massa”.

Secondo i dati di T&E, quando la batteria si scarica, i veicoli testati possono percorrere solo per 11-23 km in modalità motore prima di superare le emissioni ufficiali di CO2/km. Ciò, spiega in una nota la Ong con sede a Bruxelles “contraddice la narrativa fuorviante delle case automobilistiche, secondo cui i PHEV in vendita oggi sono adatti per i lunghi viaggi. Anzi, di fatto devono essere ricaricati molto più frequentemente rispetto alle auto elettriche a batteria, che percorrono circa 300 km con una singola ricarica”.

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Le case automobilistiche e i bonus per l’elettrico

Mentre le case automobilistiche incolpano i consumatori di un eccessivo utilizzo eccessivo del motore, i modelli PHEV in vendita oggi spesso non dispongono della potenza elettrica, dell’autonomia o della velocità di ricarica necessaria. Ad esempio, due delle tre auto testate, la BMW X5 e la Volvo XC60, si ricaricano rapidamente e, stando al manuale dell’Outlander, il motore potrebbe avviarsi se il sistema PHEV è troppo caldo o troppo freddo, in caso di rapida accelerazione o se l’aria condizionata in funzione. La vendita degli ibridi plug-in rende più facile per le case automobilistiche soddisfare gli standard di CO2 dell’UE, visto che, attualmente, ai PHEV vengono attribuiti crediti aggiuntivi. Secondo T&E, l’anno prossimo l’UE, nel rivedere gli obiettivi per il 2025 e il 2030, dovrebbe mettere fine a questo indebolimento dei meccanismi di regolamentazione.

Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club aggiunge: “Mentre si è appena formato il raggruppamento Zero Emission Transportation Association (ZETA), 28 società che spingono perchè negli Usa dal 2030 si vendano solo auto elettriche, e mentre gli UK hanno bloccato la commercializzazione di nuove auto a benzina e diesel dopo il 2030, occorre che la transizione europea verso l’elettrico acceleri. Non si dovrebbero quindi favorire modelli ibridi plug-in che, come confermano le misurazioni di T&E, comportano emissioni di CO2 molto maggiori di quanto dichiarato dalle case automobilistiche testate”.