Ceci al glifosato, l’alternativa c’è ed è italiana

Tra i 16 campioni di ceci e fagioli in scatola che il Salvagente ha mandato in laboratorio per il test di copertina del numero di novembre, già in edicola, ne abbiamo trovati tre con residui di glifosato. Il popolare erbicida, considerato probabile cancerogeno dallo Iarc, infatti, è vietato in Italia solo per togliere le erbacce da giardini, parchi urbani, campi sportivi e terreni molto sabbiosi, ma non per le coltivazioni, eccetto che nella fase di pre-raccolta. Nonostante nessuna delle tre confezioni di ceci in scatola avesse residui del fitofarmaco in quantità fuori norma, un consumatore può legittimamente desiderare di comprare un prodotto senza tracce di glifosato, e fortunatamente le alternative, ci sono e non stanno solo nella coltivazione biologica.

La storia di Herbeeside

L’ingegner Marco Cau, che ha sviluppato un diserbante del tutto naturale a base di scarti alimentari per l’azienda sarda Herbeeside, commenta la presenza di tracce di glifosato in prodotti alimentari come quelli analizzati dal Salvagente: “Le cause potrebbero due. O che ne è stato usato più di quello prescritto, o che ci sono delle particolari condizioni per cui l’effetto anziché estinguersi nei tempi previsti si protae, quindi la pianta crescendo si nutre anche di questo”.  Proprio per evitare contaminazioni del suolo agricolo, l’ingegnere e la sua società hanno brevettato un sistema di diserbo ecologico, mettendo a punto un additivo naturale a base di agrumi, miele, cera e propoli. “Viene utilizzato nel diserbo a vapore, che funziona per shock termico – spiega Cau – Il nostro additivo viene messo in acqua e rallenta la ripresa vegetativa delle infestanti, in modo da evitare una ricrescita repentina. Uno dei limiti riscontrati nell’utilizzo del diserbo a vapore classico era che il vapore raffreddandosi diventava sostanzialmente acqua e quindi irrigava nuovamente e col bel tempo l’erba si riprendeva troppo velocemente. Invece questo additivo ne migliora gli effetti perché fa raffreddare più lentamente il vapore”.

I vantaggi rispetto al glifosato

La produzione delle materie prime arriva da eccedenze di agrumi disponibili in grandi quantità, soprattutto la pompia, una specie endemica sarda che ha un concentrato di acidi naturali più elevato rispetto a limone ed arancia, e da scarti di lavorazione del propoli da parte di apicoltori. Rispetto agli erbicidi classici, le passate del diserbante naturale “si danno negli stessi periodi – spiega Cau -anche se il nostro essendo totalmente naturale ha bisogno di una frequenza leggermente più alta (2 volte l’anno per il glifosato, 4 per il diserbante naturale), però ha dei vantaggi: mentre i fitosanitari di produzione chimica hanno dei tempi di rientro dopo l’applicazione, in cui l’area trattata è interdetta all’utente, il nostro non ha nessun tipo di limite in questo senso. Parliamo di 10-15 giorni di attesa per il glifosato. E poi in area urbana un prodotto come nostro ci permette di trattare scuole, asili, ospedali, senza la preoccupazione che l’utente debba interdetto all’area”. Inoltre, la trasformazione avviene a freddo, quindi non c’è nessuna esalazione, mentre un lavoratore che deve applicare un fitosanitario, oltre ad avere un patentino verde, deve attrezzarsi di dispositivi di protezione individuale che lo proteggono durante la miscelazione del prodotto.

La resistenza da abbattere

Il propoli in particolare, spiega l’ingegnere Cau, “è un antibiotico e un antiossidante naturale, si ha dunque contemporaneamente la lotta agli infestanti ma anche un’azione corroborante fitostimolante per le piante coltivate”. Al momento il prodotto di Herbeeside viene utilizzato in tutta Italia soprattutto in ambito comunale per la gestione di parchi, giardini e aiuole, ma già qualche azienda agricola lo sta usando: “Si tratta di stravolgere un limite culturale nel passaggio dal diserbo chimico a quello naturale. Il costo ambientale nostro è di gran lunga inferiore a quello dei fitofarmaci classici, mentre quello per l’acquisto del prodotto è un po’ più alto ma assolutamente paragonabile”.

L’imprenditrice cavaliere della Repubblica

Il sistema di diserbo naturale è stato messo a punto all’interno di una filiera circolare pensata in collaborazione con Daniela Ducato, premiata come imprenditrice più innovativa d’Italia dalla rivista Fortune, come imprenditrice più innovativa d’Europa nel settore industria green in Svezia, e nominata Cavaliere della Repubblica da Sergio Mattarella. È una dei fondatori delle filiere Edizero, oltre 120 prodotti rinnovabili senza derivati fossili a partire da scarti di lavorazione. Daniela Ducato racconta al Salvagente: “Tutto è partito anni fa, quando mio figlio è finito all’ospedale a causa del glifosato usato vicino la scuola che frequentava. Essendo stata toccata da vicino, mi sono detta ‘ qualcosa deve cambiare’. Ho trasformato quella rabbia in azione. E ora con molta soddisfazione posso dire che il mio comune, Guspini (nel medio campidano, ndr), è certificato pesticidi free”.

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