Etichettatura, arriva il NutrInform a batteria: pro e contro del nuovo sistema

La ministra Teresa Bellanova ha firmato il decreto che introduce il logo nutrizionale facoltativo denominato NutrInform Battery, la risposta italiana al Nurtriscore francese, “finalizzato – si legge in una nota delle Politiche agricole – a rendere più facilmente leggibili da parte dei consumatori le informazioni nutrizionali degli alimenti e ne sancisce le norme relative al suo utilizzo”. Una volta firmato da gli altri dueministeri competenti – Sviluppo economico e Salute –  il provvedimento sarà inviato per la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e quindi le aziende alimentari potranno volontariamente scegliere se adottare sul frontespizio delle confezioni questo tipo di “riassunto” nutrizionale.

Come funziona

Il logo a batteria indica il contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione di alimento.  Il contenuto energetico è espresso sia in Joule che in Calorie mentre il contenuto di grassi, grassi saturi, zuccheri e sale sono espressi in grammi.

All’interno del simbolo a batteria è indicata la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati dalla singola porzione rispetto alle quantità giornaliere di assunzione raccomandata.
A tale scopo gli operatori dovranno fare riferimento alle assunzioni di riferimento, ovvero le quantità giornaliere medie raccomandate di energia e nutrienti, indicate nell’Allegato XIII del Regolamento (UE) n.1169/2011.

È importante ricordare che le assunzioni di riferimento e quindi anche le indicazioni riportate sul NutrInform fanno riferimento a quelle di un adulto del peso di 70 chili e quindi, se dovessimo prendere a riferimento le percentuali per un bambino, gli apporti devono essere inferiori.

Esclusi i Dop come il Parmigiano e il prosciutto di Parma

Il nuovo sistema di informazione nutrizionale non si applica:

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1- gli alimenti confezionati in imballaggi o in recipienti la cui superficie maggiore misura meno di 25 cm²;

2- i prodotti DOP, IGP e STG di cui al regolamento (UE) n. 1151/2012 in ragione del rischio che l’apposizione di ulteriori loghi impedisca al consumatore di riconoscere il marchio di qualità.

Quindi sulle confezioni di Parmigiano Reggiano, Grana Padano o di prosciutto di Parma o mozzarella di bufala campana, non ritroveremo mai questo tipo di informazioni. Del resto proprio in virtù di questi simboli del made in Italy, penalizzati dall’etichettatura a semaforo, l’Italia, spinta dalle aziende e dalle associazioni di categoria, si è ribellata al Nutriscore francese proponendo un sistema italiano che non punisse in modo ingiustificato tutti i grassi (compreso l’olio extravergine di oliva). Ora però non si capisce perché escludere questo tipo di prodotti: solo per non confondere i consumatori o solo per proteggere i profitti?

Tuttavia, le aziende alimentari che decideranno volontariamente di adottare il nuovo logo dovranno informare il ministero della Salute, con modalità che “saranno successivamente comunicate”. Inoltre, spiega la norma “gli operatori del settore alimentare che applicano volontariamente il logo nutrizionale “NutrInform Battery”, si impegnano ad estenderlo progressivamente a tutti i prodotti appartenenti alla medesima categoria merceologica”.

Pro e contro il nuovo sistema

Sul meccanismo contraddittorio del Nutriscore francese, il Salvagente non ha avuto mai dubbi: l’algoritmo ideato da Serge Hercberg boccia lo zucchero ma non è altrettanto severo con edulcoranti-dolcificanti (dal ciclammato di sodio all’acesulfame k fino all’aspartame). Senza considerare il carico di taurina e caffeina nell’energy drink. Ecco alcuni giudizi discutibili che affibia il Nutri-Score come ricavati dal Salvagente:

In un recente studio condotto da due ricercatori del Cnr, Roberto Volpe dell’Unità prevenzione e protezione e Stefania Maggi dell’Istituto di neuroscienze, pubblicato  su ES Journal of Nutritional Health, si mettevano in evidenza questo confronto tra i due modelli: “Il Nutriscore  si basa su un punteggio globale frutto di singoli punteggi applicati ai diversi nutrienti presenti nel prodotto, oltre a indicare in verde gli alimenti più salutari, ha il pregio di permettere anche un confronto con alimenti appartenenti alla stessa categoria”. “Tuttavia – aggiungevano i ricercatori – un giudizio globale può portare il consumatore a non prestare attenzione ai singoli nutrienti. Il Nutrinform italiano, che ha per simbolo una batteria alla cui base vi è l’invito a controllare che la dieta quotidiana sia equilibrata, verificando che la somma dei valori dei diversi cibi consumati non superi il 100% di calorie, grassi, zuccheri e sale raccomandati, appare invece innovativo ed efficace, in quanto sottolinea l’importanza delle quantità consigliate per i diversi alimenti. Non ha però il pregio della semplicità, poiché non è facile decodificare i numeri riferiti a calorie e fabbisogno nutrizionale posti alla base della batteria”.