“Il Canada ha semplicemente trovato il modo di continuare a usare il glifosato senza lasciare residui nel raccolto”. Giovanni Dinelli è ordinario di Agronomia generale all’Università di Bologna e da anni ha dedicato i suoi studi al grano e alla valorizzazione della sua produzione. Con il Ceta, l’accordo di libero scambio tra Canada ed Europa, le esportazioni di grano duro verso l’Italia sono tornate ai livelli del 2016. Nel numero del mese scorso del Salvagente abbiamo denunciato come grazie al Ceta, l’accordo di libero scambio Canada-Ue, le importazioni di grano canadese in Italia sia tornato ai livelli massimi del 2016.
Professor Dinelli, in questi anni il Canada ha rivisto la propria normativa sul glifosato?
Direi proprio di no: il limite massimo alla concentrazione di glifosato nel grano resta a 5 ppm (parti per milione, ovvero mg/kg, ndr), un valore che è stato innalzato nel 1995 quando era paria zero.
Nel frattempo il Canada almeno ha ridotto l’impiego di glifosato nella coltivazione di frumento?
Dobbiamo riconoscere che, dopo anni, anche il Canada ha vietato l’impiego di questo erbicida in fase di pre-raccolta come disseccante, ma hanno introdotto un escamotage: basta dichiarare che lo si usa come diserbante per togliere le infestanti, anche prima di procedere al raccolto, per poterlo spargere sulle coltivazioni.
Un cambiamento solo di facciata: immaginiamo che il trattamento lascerà traccia sui chicchi di grano…
Il vero paradosso è proprio questo: invece di investire risorse per ricercare alternative efficaci e più sicure al glifosato, le associazioni dei produttori canadesi hanno studiato, e trovato, il modo per fare i trattamenti senza lasciare residui. In sostanza hanno osservato che con un’umidità pari al 30%, quindi a un buon livello di maturazione, il glifosato sparso nei campi non entra nel seme ma resta all’esterno, sulla cariosside.
La potente organizzazione Cereals Canada, proprio a seguito del Ceta, forse per tranquillizzare gli acquirenti europei, ha avviato una campagna di sensibilizzazione, “Keep it clean”, ovvero “Tienilo pulito”, dove spiega le modalità per irrorare le coltivazioni senza farsi scoprire. Ma così si ottiene il rischio zero?
Ovviamente no, stiamo parlando di un concetto mascherato di residuo zero. A mio giudizio si sarebbe dovuto puntare non sul “Tienilo pulito” bensì sul “Keep it safe”, cioè “Tienilo sicuro” per la salute dei consumatori.