Odore nauseabondo e carcasse dimenticate, il nuovo video di Essere Animali

E’ andata a buon fine l’ennesima investigazione di Essere Animali che, qualche giorno prima di Ferragosto, si è recata in un allevamento in provincia di Pavia allerta da una segnalazione che lamentava un forte odore di carne in putrefazione. Oggi l’organizzazione è venuta a conoscenza dell’esito dell’intervento dei Nas di Cremona (allertati proprio dall’associazione): le autorità sono intervenute e in via informale Essere Animali è venuta a conoscenza che sono state emesse delle sanzioni ai danni dell’allevatore e intimato di smaltire correttamente le carcasse. Ora abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per verificare quali ammende siano state predisposte e l’ammontare. (continua dopo il video)

 

Le condizioni igienico-sanitarie all’interno dell’allevamento erano a dir poco preoccupanti: la presenza di grandi quantità di liquami sui pavimenti dove vivevano gli animali – e quindi anche di ammoniaca – rendevano l’aria irrespirabile. Gli insetti, come si può facilmente immaginare, erano a migliaia e invadevano ogni spazio.

I maiali erano in visibile stato di stress e avevano tutti subìto la mutilazione della coda, una pratica illegale nell’Unione Europea, ma ancora diffusa praticamente in tutti gli allevamenti italiani. Questa mutilazione viene eseguita su suinetti di pochi giorni di vita e nella maggior parte dei casi senza utilizzo di anestesia e analgesia. Il taglio della coda serve a limitare le morsicature fra gli animali, i quali, stressati dal sistema intensivo di allevamento, possono diventare molto aggressivi.

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Terminato il controllo all’interno dei capannoni, gli investigatori si sono diretti verso le vasche dei liquami. Qui hanno rinvenuto decine di carcasse in avanzato stato di decomposizione, abbandonate in un cassone senza alcuna copertura. Come mostra il filmato dell’indagine, nel cassone a cielo aperto c’era anche lo scheletro di alcuni animali, morti presumibilmente da alcuni mesi.

Questa è un’operazione illegale che permette di risparmiare sui costi di smaltimento, ma che mette a rischio la salute umana. La normativa prevederebbe invece la conservazione delle carcasse in idonee celle frigorifere e lo smaltimento adeguato in un impianto di incenerimento.