L’ultima in termini di tempo è stata la Francia a chiedere la deroga alla Ue all’uso dei 3 pesticidi neonicotinoidi, gli insetticidi vietati in Europa perché considerati nocivi per le api. Ma il dietrofront di Parigi – che pesa molto visto che ha una legislazione più restrittiva di quella comunitaria in quanto ha messo al bando 5 e non solo 3 pesticidi killer delle api – segue quello chiesto – e ottenuto da Austria e Polonia, e forse è il preludio di quanto si appresterebbe a fare la Germania, visto che una prima richiesta di sospensiva del bando è stata respinta da Bruxelles.
A preoccupare lo “brutta” china intrapresa dagli Stati membri, oltre che le Ong e le associazioni di produttori, anche i Verdi all’Europarlamento che per bocca del deputato tedesco Martin Häusling, responsabile per la politica agricola del gruppo, a Euractive ha dichiarato: “Più ci sono le deroghe, più ci sarà la pressione di altri paesi europei a richiederle. Ad esempio, alla Germania non sono state finora concesse deroghe. Se la Francia riutilizza i neonicotinoidi, gli agricoltori tedeschi potranno legittimamente chiedersi: ‘E perché non noi?’ Il rischio è che il divieto europeo alla fine diventi nullo“.
Häusling ha scritto una lettera al vicepresidente della Commissione europea, il socialista Frans Timmermans, esortandolo a “essere chiaro e non lasciare che la Francia se la possa cavare con questa deroga”. Il pericolo? “È stato deciso un divieto a livello europeo per i neonicotinoidi ed è ora che sia rigorosamente rispettato. In caso contrario, la nostra politica ambientale perderà credibilità . Attendiamo con impazienza la risposta della Commissione. Spetta ora alla Commissione agire. Nell’ambito della sua strategia “From Farm to Fork” (F2F), l’UE ha annunciato di voler ridurre del 50% l’uso di pesticidi nell’UE. Se i nostri impegni sui pesticidi più tossici non vengono rispettati, come si può prendere sul serio la Commissione nella sua strategia F2F?“