Il prossimo anno la Commissione europea dovrà revisionare la direttiva sui prodotti del tabacco ma – come ha evidenziato un rapporto del CEO, Corporate Europe Observatory – l’esecutivo è troppo debole per contrastare efficacemente le pressioni delle lobby dell’industria del tabacco.
L’ultima versione della legislazione, entrata in vigore nel 2016, ha cercato di limitare l’impatto del fumo attraverso leggi più severe su confezionamento di sigarette e eliminazione graduale dei prodotti del tabacco aromatizzati. Che risultato otterrà l’esecutivo dopo l’imminente rinnovo è difficile dirlo. L’organizzazione – non nuova a report sul peso delle lobby nel percorso decisionale dell’Unione europea (si ricordi il biossido di titanio) – ha fatto una richiesta di accesso agli atti ottenendo solo parziali informazioni .
Ad oggi, la Commissione ha aderito alla Convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità sul controllo del tabacco (FCTC), che stabilisce che i governi dovrebbero ridurre al minimo l’influenza dell’industria del tabacco riducendo al minimo le interazioni. “Le regole sono chiarissime: le politiche di controllo del tabacco, volte a prevenire malattie e decessi per milioni di persone, dovrebbero essere protette dalle pressioni dell’industria del tabacco” ha affermato Olivier Hoedeman, ricercatore presso il CEO. “Una di queste misure di protezione è la trasparenza proattiva per consentire il controllo”.
Ciononostante, il CEO ha portato alla luce 24 incontri tra lobbisti e DG TAXUD (il dipartimento delle imposte e dei sindacati doganali); sette incontri con la DG COMMERCIO; cinque incontri con la DG AGRI; e oltre 300 pezzi di corrispondenza come e-mail – tutti dal 2017. I documenti – si legge nel rapporto – mostrano che “il lobbismo dell’industria del tabacco si è concentrato su tre priorità principali: ritardare una revisione della legislazione fiscale dell’UE sul tabacco, influenzare i negoziati commerciali dell’UE con l’America latina e altri paesi e … dare forma al nuovo sistema “track and trace” dell’UE per le sigarette.”
Alcuni di questi incontri, tra l’altro, non sono neanche indicati con chiarezza nelle agende dei commissari, come invece dovrebbe essere. Ad esempio, dalle indagini del CEO è emerso che nonostante il calendario online delle riunioni di lobby del commissario Šefčovič dal 2014 non include alcun incontro con Philip Morris in occasione dei concerti del capodanno slovacco a Bruxelles, al CEO risulta che ci sia stata almeno una riunione nel gennaio 2017 nel corso della quale hanno discusso di “sfide della società come il traffico illegale e la contraffazione” e di “futuri temi chiave per l’industria del tabacco” come “adattamento alle tecnologie digitali (tracciamento digitale)”. Ancora una volta, si tratta di questioni chiaramente correlate alla politica di controllo del tabacco (vedi il documento di cui è venuto in possesso il CEO).
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Sfortunatamente gli incontri segreti del Commissario Šefčovič con Philip Morris non sono unici. Un altro esempio di incontro non divulgato con lobbisti del tabacco è emerso in un’e-mail da un lobbista del British American Tobacco (BAT) a un membro del gabinetto del Commissario Timmermans (7 aprile 2017). Timmermans a quel tempo era vicepresidente della Commissione per “Legiferare meglio”, l’iniziativa della Commissione volta a ridurre l’impatto delle normative sulle imprese, che l’industria del tabacco ha utilizzato con entusiasmo come opportunità per ignorare il dipartimento sanitario della Commissione (DG Sante). L’e-mail inizia con le seguenti parole: “È stato un piacere conoscerti prima della cena del gruppo Mentor martedì” (il gruppo Mentor è un gruppo di esperti che elenca grandi società e studi legali statunitensi come membri). La lettera continua con le denunce relative alla DG Sante e al suo “livello di interazione con l’industria”, che la BAT considera insufficiente. Il membro del gabinetto di Timmermans, Ben Smulders, ha rivelato di aver incontrato il gruppo Mentor il 4 aprile 2017, ma non ha menzionato un incontro con il colosso del tabacco BAT (che non è membro del gruppo Mentor). La Commissione ha chiaramente bisogno di un approccio molto più rigoroso per evitare che le riunioni dei commissari e degli altri alti funzionari con lobbisti del tabacco non vengano divulgate.
Ma gli esempi raccolti dal CEO sono molti altri (qui il link al Report completo in inglese).