I gatti sono per natura cacciatori e carnivori: nella loro alimentazione quotidiana i padroni dovrebbero tenere in giusto conto queste due caratteristiche. Quindi, meglio dare loro poca verdura e pochi carboidrati e preferire alimenti di origine animale. Che che ne dicano le pubblicità dei pet food che sempre più seguono le mode degli umani, proponendo ricette con frutta (perfino esotica), verdura, cereali…
continua dopo la copertina del giornale
Ce ne occupiamo nel test di copertina del numero in edicola del Salvagente, con un ampio servizio e un test sui 15 marchi più venduti di croccantini per gatti. Un servizio in cui abbiamo intervistato anche Annalisa Barera, biologa nutrizionista per animali da compagnia per cercare di definire un menu ideale per i nostri amati felini
Ve ne proponiamo uno stralcio, l’articolo completo lo potete trovare sul numero in edicola della rivista o disponibile in versione digitale qui.
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Dottoressa Barera: quante volte al giorno bisogna dare da mangiare ai gatti?
Studi sul modello comportamentale ci dicono che i gatti non hanno un ciclo giorno notte come altri animali e arrivano a consumare circa 20 piccoli pasti che distribuiscono in egual maniera tra il giorno e la notte. Questo perché in natura mangiano piccole prede ma spesso. Non è corretto lasciare il cibo a disposizione in generale (anche se i gatti si regolano molto più di un cane) ma spesso è difficile preparare molti pasti e impossibile arrivare a 20. Per esperienza, se non si può o non si vuole lasciare il cibo a disposizione durante il giorno si possono fare 4-5 pasti e mai meno di 3, e la notte lasciare la pappa. Più che altro per far dormire il padrone…
Cosa mangia in natura un gatto?
In natura il gatto è un carnivoro stretto: questo vuol dire che mangia solo prede di origine animale e ama mangiarle fresche. A differenza del cane non è un carnivoro spazzino, che si accontenta anche di carcasse avanzate, ma ama solo il cibo fresco. Ecco perché non ama l’umido o la carne che è in ciotola da qualche ora. Si nutre prevalentemente di piccoli roditori, uccelli, rettili, anfibi, uova ma non è raro che un bravo gatto cacciatore porti a casa anche piccoli conigli, nutrie giovani, etc. Non mangia frutta, fonti di amido e verdura. Solo raramente si avvicina ad alcune tipologia di erba, soprattutto se ha problemi intestinali. Infatti l’erba con foglie sottili e lunghe (come le graminacee), ricche di fibra, aiutano il gatto a espellere i parassiti intestinali.
Possiamo proporre una dieta casalinga? Se sì quali ingredienti dobbiamo prediligere?
Molti gatti seguono ormai la dieta casalinga. A differenza del cane sono diete molto semplici dove la maggior parte della ciotola è costituita da carni, frattaglie e eventualmente uova. La parte vegetale è molto limitata, circa il 10% della razione totale. E come in natura non si danno fonti di amido e frutta. A questo si aggiungono delle integrazioni di base come Omega 3 e calcio se non si danno ossa polpose. Infatti anche i gatti possono mangiare ossa polpose, naturalmente delle dimensioni e tipologie adatte.
Cibo secco o umido?
Le linee guida ormai da tempo consigliano di ridurre drasticamente l’utilizzo delle crocchette per i gatti in favore dei cibi umidi. Questo perché sono stati fatti vari studi soprattutto sulle patologie legate all’apparato urinario, molto comuni nei gatti. I gatti si sono evoluti in ambienti con poca disponibilità di acqua e questo ha portato ad avere la capacità di concentrare molto le urine. Le urine concentrate portano questi animali a essere più suscettibili a cistiti e infezioni e formazione di calcoli. Il gatto poi beve spontaneamente meno acqua del cane o dell’uomo e riesce a ripristinare un deficit idrico con molta meno efficienza del cane (la metà circa). Questo perché in natura la sua unica o quasi fonte di acqua è il cibo. Quindi cosa succede? Quando mangia cibo secco non beve di più di quando mangia cibo umido… le urine diventano ancora più concentrate. È allora importante dare cibo che di per se contenga una buona percentuale di acqua.