L’accusa principale che pesa sul biossido di titanio è quella di essere un potenziale cancerogeno. Accuse che diventano più gravi quando l’additivo è utilizzato in forma nano, cosa che accade spesso (lo abbiamo dimostrato anche qui in un test). Adesso, però un recente studio ha evidenziato anche un altro rischio, quello, cioè, di alterare il microbiota intestinale, quell’insieme di microrganismi fondamentali per il funzionamento del nostro organismo.
Questo studio determina gli effetti biologici delle nanoparticelle (NP) di TiO2 e TiO2 (E171) nei topi obesi e non obesi. Il consumo orale (0,1% in peso nella dieta per 8 settimane) di TiO2 (E171, 112 nm) e TiO2 NP (33 nm) non causa una grave tossicità nei topi, ma altera significativamente la composizione del microbiota intestinale, ad esempio un aumento di Firmicutes phylum (un batterio gran positivo) e diminuzione di Bacteroidetes phylum (gran negativo) e Bifidobacterium e Lactobacillus generi, che sono accompagnati da diminuiti livelli cecali di acidi grassi a catena corta.
Sia i TiO2 (E171) che i TiO2 NP aumentano l’abbondanza di cellule immunitarie pro-infiammatorie e citochine nella mucosa del colon, indicando uno stato infiammatorio. È importante sottolineare che le NP TiO2 causano un’infiammazione del colon più forte rispetto a TiO2 (E171) e i topi obesi sono più sensibili agli effetti.