Le tende di Ikea che purificano l’aria? Potrebbero rilasciare nanoparticelle di biossido di titanio

IKEA

Da una parte pretendono di purificare l’aria di casa, dall’altra sono realizzate con nanoparticelle di biossido di titanio (classificato come cancerogeno di categoria 2 per l’uomo). Le tende Gunrid che purificano l’aria di Ikea sono finite al centro delle polemiche delle associazioni francesi, dopo le critiche e i reportage dell’associazione di citizen watch Avicenn.
Queste sostanze sono integrate nel rivestimento fotocatalitico del tessuto che dovrebbe degradare gli inquinanti (principalmente composti organici volatili come i COV ma anche la formaldeide) in anidride carbonica e vapore acqueo.

Nella presentazione Ikea si legge: “Respira a pieni polmoni! Il grande vantaggio di GUNRID è che non richiede elettricità per ridurre l’inquinamento dell’aria negli ambienti interni. Inoltre, è autopulente e quindi permette di ridurre il numero dei lavaggi, con un conseguente risparmio in termini di acqua, energia e costi”.
Esistono già prodotti simili sul mercato, ma secondo la società, il suo processo è l’unico ad essere attivato sia dalla luce esterna che dalla luce artificiale. Ikea assicura che sono stati condotti test di laboratorio per garantire la sicurezza e l’efficacia delle tende, ma a chi ha chiesto dati più precisi sui rischi che le nanoparticella hanno per la salute umana, ha risposto che pubblicherà un documento di “domande e risposte”.

I pericoli del biossido di titanio

Il biossido di titanio è un additivo molto utilizzato in cosmesi e dall’industria alimentare e non solo, come dimostra l’uso nel tessile da parte di Ikea: è uno sbiancante molto apprezzato soprattutto per fini estetici. La sicurezza però è ancora controversa. O meglio, se non ci sono dubbi sulla sua pericolosità quando è respirato – nel 2006 la Iarc ha definito il biossido di titanio “possibile cancerogeno per l’uomo” quando inalato – la questione è ancora del tutto aperta sui rischi per l’uomo quando questo additivo viene ingerito. Nel 2017 una ricerca firmata dall’Istituto nazionale francese per la ricerca agronomica (Inra), ha mostrato – per la prima volta – che l’esposizione cronica al biossido di titanio, tramite la sua ingestione, “provoca stadi precoci di cancerogenesi”. Una conclusione che ha portato il governo francese, dopo una serie di ripensamenti, a sospendere l’immissione nel mercato di prodotti che contengono tra gli additivi il biossido di titanio a partire da gennaio 2020. L’Europa, invece, è rimasta a guardare ignorando i pericoli ventilati dall’Inra. Rischi amplificati quando parliamo di particelle di dimensioni nanometriche: che proprio per le dimensioni ridotte possono penetrare nel nostro organismo danneggiandolo e arrivando a raggiungere perfino il Dna.

 

 

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