Dietro i voucher, il bluff delle compagnie aeree pronte a cancellare i voli all’ultimo

COVID RIMBORSI

Dietro la decisione dell’Enac di agire rapidamente per bloccare il malcostume delle compagnie aeree che continuano a offrire voucher invece di rimborsi per voli cancellati o spostati c’è una ragione ben precisa: il timore che i vettori stiano consapevolmente fronteggiando la crisi dei trasporti legata al coronavirus nel peggiore dei modi, vendendo biglietti per aerei che non si alzeranno in volo.

Voucher sulla base del dpcm

Se sulla carta, infatti, il numero dei collegamenti è stato mantenuto pressoché identico a prima del lockdown, le tratte faticano a riempirsi. Dunque, i vettori hanno pensato bene di utilizzare la normativa straordinaria inserita nel decreto Cura Italia anche per ragioni che nulla c’entrano con focolai e allarmi sanitari. A riprova di ciò, come riporta Euronews, sono tante le segnalazioni da parte i consumatori che si vedono cancellati i voli pochi giorni dopo la prenotazioni, con tanto di voucher in cambio.

Le risposte delle compagnie

In Belgio, per esempio, Euronews ha contattato alcune compagnie per avere spiegazioni. La Tui conferma che alcuni voli sono stati cancellati e altri raggruppati in destinazioni vicine per impedire agli aerei di volare praticamente vuoti, ma nega invece l’esistenza di una strategia commerciale. “Rimborseremo comunque tutte le persone il cui volo è stato cancellato, perciò i soldi non rimarranno a lungo sul nostro conto”, afferma la compagnia. “Brussels Airlines ci ha inviato invece una dichiarazione in cui riconosce che la mancanza di domanda ha costretto la cancellazione di alcuni voli. Ma i voli possono essere riprogrammati per un’altra data allo stesso prezzo” scrive Euronews.

 

Segnalazioni simili sono arrivate anche in Italia, e un caso riguardante EasyJet lo abbiamo raccontato anche noi. Il Commissario Didier Reynders è tornato sull’argomento dopo i primi avvertimenti già all’epoca delle regole straordinarie dovute al Covid: “È una scelta del consumatore chiedere il rimborso o concordare un buono. Stiamo ora preparando alcune procedure di infrazione e, se necessario, andremo in tribunale per applicare sanzioni contro gli Stati membri che hanno infranto le leggi europee”.

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