“Il voucher al posto del rimborso in denaro, oltre che non condivisibile, é oggettivamente ingiusto perché non garantisce al consumatore la restituzione effettiva del servizio acquistato”. Confconsumatori fa sua la rabbia dei consumatori che avevano già comprato dei biglietti prima del lockdown e adesso sono costretti ad accettare un voucher invece che un rimborso, come previsto dalla legge Cura Italia. “Nel momento in cui il turista sceglierà di utilizzare il voucher per l’acquisto di un nuovo pacchetto turistico, si potrebbe trovare di fronte ad una lievitazione dei prezzi che lo costringerebbe ad un ulteriore esborso per garantirsi un pacchetto turistico di qualità equivalente a quello annullato” spiega l’associazione. Difatti, la legge di conversione n. 27/2020 non prevede e garantisce che il voucher consenta la possibilità di usufruire di un pacchetto turistico di qualità equivalente a quello acquistato.
Il rischio di esborsi maggiori
“Anche per i titoli di viaggio si pone la stessa questione perché nel momento in cui il passeggero sceglierà di utilizzare il voucher per l’acquisto di un nuovo biglietto si potrebbe trovare anche in questo caso di fronte ad una lievitazione dei prezzi, che lo costringerebbe ad un ulteriore esborso per garantirsi la stessa tratta del titolo di viaggio annullato. Ed anche in questo caso la legge nulla prevede a tutela della effettività del servizio”, continua Confconsumatori, secondo cui stessa sorte é riservata ai soggiorni perché nel momento in cui il turista sceglierà di utilizzarlo per l’acquisto di un nuovo soggiorno, si potrebbe trovare di fronte ad una lievitazione dei prezzi che lo costringerebbe ad un ulteriore esborso per garantirsi lo stesso periodo di vacanza e di qualità equivalente a quella annullata”.
L’impossibilità di passare il pacchetto
Tornando ai pacchetti turistici, altra questione non garantita dal voucher é la mancata previsione della possibilità per il consumatore, già disciplinata nel Codice del Turismo all’art. 38, di poter cedere, previo preavviso dato all’organizzatore, il contratto di pacchetto turistico a una persona che soddisfa tutte le condizioni per la fruizione del servizio. Su tale aspetto nulla ha previsto la legge per una possibile estensione al voucher e tanto meno per titoli di viaggio e soggiorni dove non esiste una norma specifica come quella sopra indicata.
La petizione online
Per questo, Confconsumatori ha chiesto la modifica delle attuali previsioni legislative. A tal fine annuncia che a sostegno della propria posizione, ha attivato su “CHANGE.ORG” una petizione on line finalizzata a far ottenere ai consumatori il rimborso in denaro. “Non riteniamo la questione chiusa – hanno dichiarato Mara Colla, Presidente nazionale di Confconsumatori e l’Avvocato Carmelo Calì, che ha rappresentato l’associazione all’audizione quale Responsabile nazionale del Settore – e continueremo la nostra battaglia a tutela dei consumatori, purtroppo frettolosamente dimenticati da questi provvedimenti legislativi. Chiediamo ai consumatori di dare forza alla nostra battaglia, che é anche la loro battaglia, sottoscrivendo la petizione on line”.