Didattica a distanza: ecco come sono andati questi mesi

La scuola via web non piace al 54% degli intervistati; un terzo dichiara, inoltre, che è più faticoso concentrarsi durante le lezioni e il 15% circa dichiara che la possibilità di poter utilizzare Pc e smartphone diventa una tentazione per fare altro durante le lezioni. Agli studenti manca la presenza fisica a scuola e anche il contatto con i compagni.

Sono i risultati dello studio “Giovani e quarantena” promosso dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, Cyberbullismo) in collaborazione con Skuola.net, su 9mila studenti tra gli 11 e 20 anni evidenzia gli effetti del lockdown sui giovanissimi.

Eppure, secondo il sondaggio civico promosso da Cittadinanzattiva sulla didattica a distanza gli studenti, o almeno gran parte di loro, riconoscono un grande merito ai docenti per il lavoro digitale che hanno fatto in questi mesi.

Secondo il monitoraggio di Cittadinazattiva, condotto su 1245 soggetti, fra genitori, insegnanti e studenti, il 92% delle scuole ha attivato la didattica a distanza, per lo più con lezioni in diretta su varie piattaforme (85%) e una durata media a lezione fra i 40 e i 60 minuti (69%). Buona la valutazione del lavoro svolto dai docenti in questa nuova veste (per il 60% dei rispondenti). Ma si conferma la grande questione della esclusione di tanti studenti che – per lo più per mancanza di device, per inadeguata connessione e in parte anche per condizioni familiari difficili – non partecipano alle videolezioni. È ricorrente il fatto che alcuni ne siano esclusi principalmente per connessione inadeguata.

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Alcuni casi di esclusione dal Sud al Nord

All’istituto Pitagora di Policoro (MT) si segnala che quasi 8 alunni su 10 sono esclusi dalla DAD. Grossi problemi anche in alcune scuole della Calabria e della Campania: all’Istituto Aletti di Cosenza 20 alunni non seguono la DAD; 2 o 3 per classe nel Petrucci-Ferraris di Botricello (CZ) e al Guerrisi di Taurianova (RC); non si collega il 20% degli studenti all’ISIS di Piedimonte Matese, i tre quarti delle classi al Nevio-Cinquegrana di Napoli, il 50% al De Franchis di Benevento, ad Ailano (CE) intere classi senza lezioni per assenza di connessione. All’Ettore Maiorana di Ramacca (CT), un alunno su cinque assente.

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Problemi anche nell’Istituto di istruzione secondaria di Cassino dove si segnala che più della metà delle classi non partecipa; all’IC Piersanti Mattarella di Roma risulta non raggiunto dalla DAD fra il 30 e il 50% degli studenti; all’IC Aldo Manuzio di Latina il 20% circa.
Molte assenze nella Dad all’Istituto Majorana di Termoli, all’IC Colozza e all’IC Baranello di Campobasso. Disconnesso 1 alunno su 9 all’Istituto Merloni Milani di Fabriano. All’IC Brunari di Milano non partecipano due alunni per classe. Al Vivaldi di Torino il 50%. Nelle varie scuole di Rosà (VI) in Veneto diversi gli studenti che non partecipano.

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Non a caso Cittadinanzattiva ha promosso la campagna Riconnessi, in partnership con la Federazione Aree Interne, per fornire abbonamenti dati, connessioni web via satellite e device elettronici a studenti e famiglie delle aree interne del nostro Paese. La raccolta fondi si svolge sulla piattaforma gofundme.com/f/riconnessi ed è possibile segnalare scuole e famiglie che abbiano bisogno di strumentazione alla email  [email protected] 

Troppi compiti

La modalità sincronica, cioè “in diretta”, è quella predominante (85%) ma non mancano le video lezioni registrate (10%) o la compresenza di entrambi gli approcci (5%). La durata media di una video lezione va da un’ora (39%) a 40 minuti (30%).

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Nel 61% delle classi, tutti i docenti usano la stessa piattaforma. Il 46% giudica buono il servizio di videolezione e il 41% è soddisfatto della preparazione dei docenti.
I compiti sembrano essere una costante della scuola italiana, anche in tempi di Covid 19: se nel 43% dei casi la quantità sembra rispecchiare quella consueta, nel 27% addirittura si registrerebbe un aumento.

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Crediamo che si debba arrivare al più presto a definire un piano per la riapertura delle scuole e nello stesso tempo ripensare le modalità educative, con il coinvolgimento delle famiglie e degli studenti, facendo tesoro delle opportunità e superando le criticità emerse con la cosiddetta didattica dell’emergenza o della quarantena”, dichiara Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva. “Per la riapertura delle scuole suggeriamo: un piano e un fondo per l’edilizia “leggera” per garantire tutti i lavori di piccola manutenzione, il necessario distanziamento, il recupero di spazi inutilizzati o in cattive condizioni; un fondo specifico da aggiungere ai 45 milioni già stanziati (DM 186 del 26/03/2020), da destinare agli Enti locali per dotare le scuole dei dispositivi igienici; un’attenzione particolare alle scuole nelle aree interne e ultraperiferiche frequentate da quasi mezzo milione di studenti, che per le loro caratteristiche potrebbero diventare una volta ancora una risorsa e un luogo di sperimentazione per il nostro Paese purché si garantiscano: il potenziamento della connessione e dei supporti digitali; il servizio di trasporti extraurbani gratuiti per gli studenti delle scuole secondarie di II grado di queste aree; la continuità didattica degli insegnanti”.

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Sulla didattica a distanza, ecco alcune delle proposte di Cittadinanzattiva.
Garantire a tutti l’accesso
Occorre innanzitutto: sopperire all’assenza di dispositivi individuali; estendere le connessioni nei territori meno serviti, come le aree interne e le zone periferiche; colmare le carenze legate ad alunni con bisogni specifici.
Integrare le linee guida della didattica a distanza
Rispetto alla Nota prot. 388 del 17 marzo 2020 del Ministero dell’Istruzione occorre: dare istruzioni chiare in merito alle misure di sicurezza dei dati e delle informazioni; definire precise regole per tutelare la salute dei ragazzi, connessi per troppo tempo on line; organizzare un piano delle attività didattiche armonioso e bilanciato.
Incrementare le competenze tecnologiche e metodologiche
Il sistema di istruzione deve correre ai ripari rivedendo e attuando il piano nazionale di formazione digitale per alunni e docenti. Stesso discorso deve riguardare l’innovazione delle metodologie didattiche sia a distanza che in presenza.