Il nostro test sulle polpe di pomodoro, appena uscito in edicola, come vi abbiamo raccontato ha trovato un prodotto molto pulito, per una volta (probabilmente la prima in cinque anni di analisi) con prodotti che partono, per lo meno, da un giudizio sufficiente per salire la scala della qualità fino a tre eccellenti.
Uno dei criteri di giudizio delle nostre analisi è stato quello della quantità d’acqua. Un criterio che non è stato totalmente condiviso da Petti, il produttore de La polpa finissima che nel nostro confronto ha fatto segnare il maggiore contenuto di acqua del test. L’azienda ha voluto darci una risposta molto più esaustiva di quella che abbiamo riportato nel giornale e che era stata data prima della pubblicazione. Una replica di dettaglio, civile e ricca di spunti di riflessione che per questo pubblichiamo per intero.
Come temevamo in base al tipo di analisi che avete condotto sulle caratteristiche delle polpe, le informazioni che sono state fornite ai consumatori ed emerse da questa indagine sui prodotti presi in esame sono a nostro avviso fuorvianti e fuori contesto.
Innanzitutto, nell’articolo vengono posti a confronto prodotti non paragonabili fra di loro come la polpa di pomodoro a cubetti e la polpa fine. Si tratta di formati molto diversi per caratteristiche di produzione e lavorazione della materia prima, e anche rispetto alla resa nell’uso da parte del consumatore finale. Per chi opera nel settore la differenza è marcata e lo è anche a livello legislativo.
Nel testo si parla di acqua e di succo di pomodoro con accezione negativa, senza dovuti distinguo, e senza che vengano fornite informazioni preliminari sulle caratteristiche della materia prima e sui processi di trasformazione industriale della stessa. Aspetti invece importanti se si vuole conoscere e comprendere i prodotti di cui si parla e indagarne la qualità.
Inoltre, nel testo viene indicata come qualitativamente migliore la scelta di un competitor di aggiungere in lavorazione del concentrato di pomodoro a un prodotto di polpa, piuttosto che il succo del pomodoro stesso. Questa scelta qualitativamente preferibile sarebbe data dal fatto che “da un punto di vista commerciale il concentrato è il derivato del pomodoro più costoso”. A nostro avviso tale considerazione rimane in realtà piuttosto arbitraria e confonde una scelta del produttore inerente alla produzione e al marketing con una valutazione rispetto alla qualità del prodotto stesso.
Laddove le aziende fanno scelte diverse in termini di lavorazioni per cercare di incontrare al meglio il gusto dei consumatori e le preferenze del mercato non è per noi corretto stilare classifiche, se non citare eventualmente i dati di vendita dei diversi competitor.
Nel caso del nostro prodotto da voi testato, la polpa finissima di pomodoro Petti, viene penalizzata nella classifica qualitativa da voi stilata, in quanto dalla vostra indagine emergerebbe che contiene poca polpa e molta acqua.
La nostra lista ingredienti indica solo pomodoro e sale, infatti non abbiamo necessità di aggiungere né concentrato di pomodoro né succo di pomodoro, che servono anche ad alzare il grado brix e, nel caso di polpa a cubetti, a riempire gli spazi fra i cubetti in modo da rendere il trattamento termico uniforme, in quanto la nostra scelta di lavorazione e marketing per questo prodotto è quella di preservare al meglio tutte le caratteristiche del pomodoro fresco, così garantendo la genuinità del prodotto, in un formato fine che si presti a una versatilità d’uso per i consumatori, e assecondando i trend di preferenza del mercato attuale.
Può essere piuttosto una questione di opinioni, di gusti o preferenze rispetto al risultato finale.