Gli animalisti alla Rai: non fatevi influenzare dall’industria della carne

ALLEVAMENTI INTENSIVI

Non fatevi influenzare dall’industria della carne. E’ questo il sunto della lettera che Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, Greenpeace Italia, Humane Society International Italia, LAV e Legambiente hanno inviato al presidente del Consiglio di Amministrazione Rai Marcello Foa dopo che l’industria della zootecnia aveva chiesto proprio alla tv pubblica di sospendere il programma di Sabrina Giannini rea di aver diffuso notizie false relativamente agli allevamenti intensivi.

Scrivono le associazioni. “A mettere in guardia su quanto deforestazione e allevamento intensivo abbiano reso negli anni più facile il passaggio di specie delle malattie, creando molte pericolose epidemie, non sono né attivisti né giornalisti, ma Fao, Oms e ricercatori dei principali istituti scientifici di tutto il mondo. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature stima infatti che il 75% delle malattie infettive che hanno colpito noi umani negli ultimi decenni derivino dagli animali. Sars, ebola, influenza suina, influenza aviaria, morbo di Creutzfeldt-Jakob (noto come “mucca pazza”), sono solo alcuni esempi che hanno preceduto questo Coronavirus. E molti altri seguiranno se non corriamo ai ripari e impariamo qualcosa da questa lezione, modificando l’impatto delle nostre attività sul pianeta e il nostro rapporto con gli animali”. 

E aggiungono: “Questo sistema produttivo, spinto dall’eccessivo consumo di carne, è mirato alla crescita veloce, all’ottimizzazione di spazi e costi e all’abbassamento dei prezzi, e non tiene conto delle esigenze degli animali, provocando loro inevitabili sofferenze e del relativo impatto ambientale. Un sistema intensivo, in cui decine di migliaia di individui di una specie vivono ammassati in capannoni, è inoltre luogo ottimale per pericolosi focolai di malattie e spinge a un utilizzo sconsiderato di antibiotici sugli animali, che sta contribuendo a un’altra serissima crisi sanitaria, l’antibiotico-resistenza. Voler tenere nascoste tutte queste informazioni al pubblico è gravissimo”.