La guardia di Finanza di Torino ha importato 400mila mascherine importate illecitamente per essere vendute in tutta Italia. I responsabili sono 4 imprenditori cinesi alla frontiera che hanno dichiarato che il materiale era destinato a “servizi essenziali”, per usufruire dello “svincolo diretto”. Secondo le forze dell’ordine, però, stavano raccontando il falso e progettavano di importare con la stessa tecnica 5 milioni di mascherine in una settimana.
Le sedi legali e operative erano inesistenti, tanto che le prime 100mila mascherine sono state trovate in un ristorante di Sushi di Orbassano (Torino).
Come riporta la Stampa, “Tutto ruotava attorno a una società con sede in via Giacomo Medici. Una stanza vuota. O quasi: quando i militari sono arrivati, hanno trovato soltanto uno scatolone con 700 kit per diagnosticare il contagio da Covid19, non conformi alla normativa in vigore per quanto riguarda le modalità di produzione e di importazione. Quella stanza era il punto di riferimento dei commerci illegali. I container di merce fuorilegge arrivavano dalla Cina e venivano sdoganati a Malpensa o a Ciampino. Sui documenti per l’importazione erano indicati destinatari istituzionali, da Comuni a consorzi di associazioni collegato alla Protezione civile. A volte, una minima parte dei carichi arrivava anche a quei destinatari, ma sovente la merce finiva a negozi “amici” dell’imprenditore cinese ideatore del meccanismo”. 100 mila mascherine erano in viaggio per Maddaloni, nel casertano. Ora il carico finirà alla Protezione Civile, che potrà utilizzare le mascherine, grazie ai provvedimenti emessi dai pm Vincenzo Pacileo, Marco Gianoglio e Alessandro Aghemo della Procura di Torino, che hanno coordinato le indagini.