In etichetta dichiaravano miele di acacia o di tiglio piemontese che, però, di sabaudo avevano poco. E poi miele di castagno o di arancia che in analisi si sono rivelati un po’ troppo poveri della materia prima dichiarata.
L’operazione condotta dal Reparto Tutela Agroalimentare (RAC) di Torino, a seguito di controlli eseguiti presso aziende del settore mielicolo piemontesi e lombarde, ha portato al sequesto di ben 78 tonnellate di miele, per un valore complessivo di 780mila euro e alla denuncia del titolare di una società  della provincia di Asti per frode in commercio.
Nessun nome trapela dall’Arma, anche perché in tutti i casi si trattava di miele senza alcun pericolo per la salute dei consumatori, ma di certo le analisi di laboratorio hanno dimostrato che la qualità non risultava essere corrispondente a quella declamata in etichetta.
I militari per condurre l’operazione si sono avvalsi di laboratori all’avanguardia, in grado non solo di rilevare la presenza di pollini diversi da quelli dichiarati in etichetta, ma anche di tracciare l’origine e perfino l’annata di quelli presenti nei vasetti analizzati.